L’unione delle Tre Leghe, una Svizzera in miniatura
Nel 1524 nasce il “Libero Stato delle Tre Leghe”, che riunisce in un patto comune Lega Caddea, Lega Grigia e Lega delle Dieci Giurisdizioni e che per quasi tre secoli esercitò il suo dominio anche sulla Valtellina. Un Libero Stato che diverrà successivamente il Canton Grigioni. Una storia che ripercorriamo grazie agli archivi della RSI.
Nei secoli dell’Ancien Régime, lo stato libero delle Tre LegheCollegamento esterno è una delle tre formazioni statali che formano la Svizzera, accanto alla Confederazione e al Vallese. Si tratta di una federazione democratica che riunisce 52 comuni sovrani che a loro volta amministrano i baliaggi comuni di Chiavenna, di Bormio e della Valtellina: un insieme complesso, con tre capitali distinte. In questa trasmissione radiofonica Brigitte Schwarz ripercorre, con gli storici Jürg Simonett (Coira) e Claudia Di Filippo Bareggi (Milano), alcuni aspetti politici e confessionali della loro storia, dall’inizio del Cinquecento fino alla Rivoluzione Francese.
La Mesolcina aderisce alla Lega Grigia in due tappe: 1480 e 1496. Un movimento di emancipazione che culmina con il riscatto dall’ultima signoria, quella dei Trivulzio, nel 1549, per il quale è passato alla storia il sacrificio di Gaspare Boelini di Mesocco. Il filmato che segue risale al 1949 e riporta vari momenti dei festeggiamenti, a Mesocco e a San Vittore, del quarto centenario dell’indipendenza del Moesano e alcune scene di vita quotidiana. È privo di suono ma, in un numero della storica trasmissione della RSI dedicata al Grigioni italiano (le “Voci”, nate nel 1939), troviamo la voce di Antonio Beer che assunse il ruolo dell’araldo nel dramma Boelini di Piero a Marca, rappresentato in quell’occasione. La scena, preceduta dai Quadri viventi di Tre Leghe, è al minuto 7’02’‘ del filmato; il prologo del dramma a 24’10’‘ del documento radiofonico.
Anche i Grigioni ebbero la loro terra promessa: la Valtellina. La storia dei loro rapporti è stata rivisitata in occasione del cinquecentesimo anniversario della conquista che rappresentò, nel 1512, la più importante impresa di politica estera delle Tre Leghe. Un convegno, organizzato a Tirano e Poschiavo in occasione del Cinquecentesimo, vede riuniti la paleografa e diplomatista Marta Luigina Mangini, la presidente della Società Storica Valtellinese Augusta Corbellini, e gli storici grigionesi Florian Hitz e Arno Lanfranchi, intervistati da Alessandro Tini per le Voci del Grigioni italiano.
L’ampia autonomia comunale che vige nelle Tre Leghe favorisce nel XVI secolo la penetrazione nei Grigioni della Riforma protestante. La città di Coira, la Lega delle Dieci Giurisdizioni e la Lega Caddea sono riformate, mentre i cattolici prevalgono nella Lega Grigia. Un dato che travalica la dimensione religiosa, come ricorda questo documentario di Paolo Tognina e Chris Wittwer dedicato al caso della Bregaglia, che aderì in toto alla Riforma. E fu grazie alla Riforma, arrivata in queste regioni da Sud, che vi si impose anche la lingua (e la cultura) italiana. Intervengono tra gli altri i pastori Gianni Bogo e Gion Gaudenz, gli storici Martin Bundi, Georg Jäger, Silvio Färber, e Giovanni Orelli a rievocare il pastore di Bondo Giovanni Andrea Scartazzini, dantista ottocentesco che di quel filone culturale fu uno dei più alti esponenti.
In questa puntata delle Voci del Grigioni italiano in occasione dei 500 anni dall’affissione delle 95 tesi di Lutero, Alessandro Tini riceve la pastora Simona Rauch. A ricordare l’avvento della Riforma in Bregaglia, Valchiavenna e Valposchiavo anche Gian Andrea Walther, Guglielmo Scaramellini, Massimiliano Scordamaglia e Daniele Papacella.
Anche la diffusione del protestantesimo nelle terre delle Tre Leghe ebbe la sua Saint-Barthélemy. L’episodio più cruento è passato alla storia con il nome di Sacro Macello: nella notte tra il 18 e il 19 luglio 1620, in piena Controriforma, prese il via in Valtellina (ma si estese poi in Valposchiavo) il massacro di uomini, donne e bambini. Furono centinaia i morti tra i riformati. Il protestantesimo a sud delle Alpi fu praticamente annientato e il dominio grigionese sulla Valtellina temporaneamente interrotto. In questo documento curato da Paolo Tognina intervengono gli storici Saverio Xeres e Jan-Andrea Bernhard.
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