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Ma più compiti a casa per gli alunni svizzeri

Lo propone un'associazione di direttori di scuola primaria, per alleggerire le famiglie e migliorare i risultati scolastici

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Un tema controverso da sempre, quello dei compiti a casa. Gli unici ad avere le idee in chiaro sul tema sono sicuramente i ragazzi, che perlopiù preferiscono non averne.

Di questa idea è anche l’Associazione dei direttori delle scuole elementari della Svizzera tedesca: i compiti vanno aboliti, suggerisce, per venire incontro alle esigenze delle famiglie e migliorare le possibilità di riuscita di tutti gli allievi.

È l’ora dei compiti a casa Lüscher [cfr. video]. Le due gemelle Lisa e Luana, 8 anni, terza elementare, li svolgono sotto lo sguardo attento del padre. Per lui, questo è un momento importante per il rapporto genitori-figli.

“Si vede quello che i propri figli sanno fare e dove invece hanno delle difficoltà”, osserva Reto Lüscher. “Questo ci permette di discutere meglio con l’insegnante su come sostenerli, basandoci su fatti concreti, ad esempio delle debolezze in matematica.”

Eppure, sempre meno genitori sembrano pensarla così. Complici gli impegni professionali loro e quelli extra-curriculari dei figli, il tempo per svolgere i compiti a casa manca.

Ecco allora che l’Associazione dei direttori delle scuole elementari della Svizzera tedesca ha proposto l’ipotesi di rinunciarvi, provocando fiumi d’inchiostro sui giornali d’Oltralpe.

“Molti bambini devono fare i compiti velocemente, la sera tardi, non credo che questo serva molto allo sviluppo della loro autonomia.”, spiega la vice-presidente Lisa Lehner.

Ripensare i compiti ridurrebbe i conflitti tra genitori e figli e favorirebbe inoltre una maggiore uguaglianza nelle possibilità di riuscita scolastica per gli allievi provenienti da famiglie svantaggiate.

“In molte scuole ci sono già ora le cosiddette ore dei compiti, al di fuori dell’orario di insegnamento, dedicate proprio agli allievi che a casa hanno difficoltà a fare i compiti in tedesco con i genitori. Questa è una soluzione che vediamo di buon occhio.”

Al momento, scuole e insegnanti decidono singolarmente: una delle due gemelle, che sono scolarizzate separatamente, nel primo biennio elementare non ha avuto compiti a casa, l’altra sì.

“C’è una certa differenza”, rileva papà Reto. “Luana sembra essere più abituata a lavorare da sola, mentre per il rendimento non so se i compiti a casa siano stati un vantaggio. Ma questo è solo quello che osservo adesso.”

Tutti d’accordo invece sulla quantità dei compiti, che deve lasciare ai bambini il tempo per giocare.

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