La TV svizzera spegne il digitale terrestre
Dal 3 giugno 2019, la Società svizzera di radiotelevisione SSR non trasmetterà più i suoi canali TV in digitale terrestre (DVB-T). Per il Paese, è tutto sommato un piccolo passaggio tecnologico: inciderà sul 2% delle famiglie. Per il nord Italia si chiude invece un'epoca: neppure i telespettatori più vicini al confine potranno più ricevere la RSI in antenna. Potranno però far capo ai portali tvsvizzera.it e, in parte, Play RSI.
A dire il vero, è da tempo che le convenzioni internazionali e il mercato dei diritti televisivi non consentono più alla TV svizzera di trasmettere in Italia. Sopravviveva un modesto sconfinamento (“overspilling”), per l’impossibilità tecnica di contenere con precisione il segnale alla frontiera, specie in un territorio come quello prealpino.
E così il nostro portale, tvsvizzera.it, nacque nel 2014 su misura per il pubblico italiano. Si trattava non solo di promuovere la conoscenza reciproca e buoni rapporti tra Paesi vicini, selezionando di giorno in giorno servizi e trasmissioni di maggiore interesse, ma anche di mantenere un legame con migliaia di già affezionati telespettatori.
Gli antenati
Visibile a macchia di leopardo fino al Centro Italia, l’allora TSI (“la Svizzera”) costituì fino ai primi anni Ottanta una delle poche offerte televisive in lingua italiana complementari alla RAI, dalla quale si distingueva in particolare nello stile d’informazione e che anticipò nelle trasmissioni a colori (dal 1968).
Un legame che, a dire il vero, è precedente all’avvento della TV e risale a circostanze ben più delicate: prima e durante la seconda guerra mondiale, Radio Monteceneri (dalla quale la RSI discende) fu l’unica voce libera in italiano. Ai microfoni dell’emittente parlò tra gli altri il capofila degli intellettuali antifascisti Benedetto Croce.
Gli “antennati”
In Svizzera, la modalità di ricezione televisiva più diffusa è il cavo (DVB-CCollegamento esterno), spesso incluso nell’affitto di casa. È disponibile una distribuzione via satellite (DVB-SCollegamento esterno), ma non in chiaro (la card per decrittare il segnale è concessa solo ai residenti in Svizzera e agli svizzeri all’estero).
Infine, è sempre più diffusa la fruizione via Internet: IPTVCollegamento esterno, HbbTVCollegamento esterno, streamingCollegamento esterno (gli stessi telespettatori italiani più appassionati possono scandagliare l’applicazione Play RSICollegamento esterno e scovare alcune perle d’archivio accessibili anche dall’estero).
In sostanza, oggi, a ricevere la TV in antenna sono circa 64’000 economie domestiche su un totale di oltre 3 milioni. Nel 2006, in occasione del definitivo passaggio dall’analogico al digitale, gli “antennati” -come li chiamava scherzosamente uno spot informativo- costituivano già meno del 10% delle famiglie svizzere.
Spegnere il DVB-T permetterà di risparmiare 10 milioni di franchi l’anno. La nuova ConcessioneCollegamento esterno, in vigore dal 1° gennaio 2019, sancisce che a fine anno si estingue per la SSR il diritto e il dovere di trasmettere sul digitale terrestre.
Caro direttore
Al direttore della RSI, Maurizio Canetta, giriamo le domande ricorrenti dei nostri lettori: perché non mettere a disposizione del pubblico italiano un canale via satellite dove siano oscurate solo le singole trasmissioni sulle quali la RSI non ha i diritti di diffusione? E perché non estendere, tout court, il bacino di riferimento della RSI almeno alle province italiane limitrofe? Le risposte nel video sopra.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.