Mancano fondi, il terzo tentativo di recupero della nave “Säntis” non si farà
È fallito ancor prima di iniziare il terzo tentativo di recupero del piroscafo "Säntis", il cui relitto giace sul fondo del Lago di Costanza dal 1933.
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Keystone-ATS
L’associazione di salvataggio Schiffsbergeverein, con sede a Romanshorn (canton Turgovia), non è riuscita a raggiungere l’obiettivo di raccogliere un milione di franchi per la complicata operazione di recupero del relitto del piroscafo Säntis, che si trova sul fondo del Lago di Costanza dal 1933.
La somma avrebbe dovuto essere racimolata grazie a un crowdfunding. Secondo quanto comunicato dall’associazione però, i fondi trovati sono insufficienti: a mezzogiorno di oggi, come si vede sul suo sito web, le donazioni ammontavano a circa 169’000 franchi. Chi ha pagato dovrebbe ricevere automaticamente indietro i propri soldi entro due settimane.
“Raggiungere il massimo con risorse minime è un’impresa che non è riuscita al primo tentativo” nell’aprile del 2024, dichiara, citato in una nota, Silvan Paganini a nome dell’organizzazione. Per il secondo sforzo, nel maggio seguente, erano a disposizione 250’000 franchi. Per il numero tre, annunciato lo scorso giugno, l’intenzione era di usare una nuova e più costosa tecnica di recupero.
Ora però non se ne farà nulla, con il progetto che è stato per il momento accantonato. Anche perché, oltre alla mancanza di fondi, un’imbarcazione del Lago di Costanza utilizzabile per l’operazione sarà disponibile solamente per un lasso di tempo limitato.
“Un nuovo recupero del piroscafo sarebbe possibile solo con un concetto rivisto”, prosegue l’organizzazione. Tuttavia, ha aggiunto Paganini sollecitato da Keystone-ATS, “non sarò io nell’immediato” a elaborare un ulteriore tentativo.
Il “Säntis” fu affondato nel maggio del 1933 poiché non più atto alla navigazione – all’epoca una rottamazione era considerata troppo cara – e riposa a 210 metri di profondità. Si trova al centro del Lago di Costanza fra Romanshorn e Langenargen (Germania). Il battello a vapore, lungo poco meno di 50 metri, poteva trasportare fino a 400 passeggeri e aveva iniziato la sua attività nel 1892.
Per quanto riguarda un altro relitto custodito dallo stesso bacino d’acqua da decenni, ossia un DC-3 della Swissair precipitato nel 1957 durante un volo di esercitazione, il progetto di recupero del motore sinistro è ancora in corso. Stando a Paganini, è stata presentata una richiesta di autorizzazione per procedere. Pochi giorni fa è stato comunicato che le ossa recuperate l’11 gennaio fra i resti del velivolo appartenevano effettivamente a un essere umano.
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