Mandato negoziale Svizzera-UE: Bruxelles presenta la sua versione
L'UE trasmetterà nei prossimi giorni ai suoi Paesi membri il progetto di mandato per i negoziati con Berna, che negli scorsi giorni ha presentato il suo.
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tvsvizzera.it/mrj con Keystone-ATS
Pochi giorni dopo che lo ha fatto la Svizzera, mercoledì anche la Commissione europea ha adottato il suo progetto di mandato per i negoziati con Berna. Il documento sarà trasmesso ora agli Stati membri dell’Unione europea (UE), che dovranno approvarlo.
“Terminiamo il 2023 con uno slancio incoraggiante per le nostre relazioni bilaterali. Attendo con impazienza le prossime tappe nel 2024”, ha scritto il vicepresidente della Commissione europea Maros Sefcovic su X (ex Twitter).
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Today we are proposing a draft mandate to the Collegamento esterno, fully in line with the common understanding reached with our Swisscounterparts.
We end 2023 with encouraging momentum for our bilateral relationship. I look forward to the next steps in 2024.
Il progetto di mandato si basa sulla dichiarazione congiunta elaborata con Berna nel corso di un processo durato 18 mesi, ha comunicato mercoledì l’esecutivo dell’UECollegamento esterno. Molti dei punti corrispondono a quanto già comunicato venerdì scorso dal Consiglio federale nell’annunciare l’adozione del progetto di mandato negoziale con l’UE. Per quanto riguarda l’accordo sui trasporti terrestri, Bruxelles rispetterà le specificità elvetiche in questo ambito. Si tratta di eccezioni cruciali per la Svizzera, come il divieto di circolazione notturna e domenicale per i camion e per i mezzi pesanti di oltre 40 tonnellate.
Per quanto riguarda la libera circolazione delle persone, l’UE insiste sul divieto di discriminazione. Allo stesso tempo, però, assicura di voler “tenere conto delle particolarità del mercato del lavoro svizzero”. Le misure di accompagnamento sono elencate, ma in forma diversa da quella attuale, come indicato già venerdì dal Consiglio federale.
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L’UE, viene precisato, può anche accettare che la Confederazione non sia vincolata da future modifiche del diritto europeo in materia di lavoratori distaccati se “esse indeboliscono considerevolmente il livello di protezione” di queste persone, in particolare in termini di salari e costi.
Il comunicato sottolinea inoltre che, “nell’eventualità altamente improbabile che l’UE modifichi o introduca direttive che indeboliscano o riducano considerevolmente la protezione dei lavoratori distaccati”, la Svizzera non sarebbe obbligata ad “allinearsi a tali modifiche”.
Questo paragrafo potrebbe riferirsi, senza nominarla, alla clausola di non regressione richiesta dai sindacati e dal Partito socialista svizzeri.
Probabilmente ci vorranno due o tre mesi prima che Berna e Bruxelles adottino definitivamente i loro mandati negoziali. Solo allora potranno iniziare le discussioni. Bruxelles, dal canto suo preme per fare in fretta. “Una volta avviati i negoziati, sarà nell’interesse di entrambe le parti avanzare rapidamente” sugli elementi principali. L’obiettivo indicato nella dichiarazione congiunta firmata con la Confederazione è di concludere i negoziati “nel 2024”, scrive Sefcovic.
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