Calo dei posti vacanti “peggio della crisi 2008”
Il numero di posti di vacanti è crollato nel secondo trimestre del 2020 in Svizzera e la pandemia di coronavirus ha inciso nell'immediato sul mercato del lavoro più di quanto non abbia fatto la crisi finanziaria del 2008-2009. È quanto rileva Adecco Svizzera, che ha pubblicato martedì il suo Swiss Job Market Index. La regione più colpita è la Svizzera latina.
Sull’arco di tre mesi, tra aprile e giugno, le offerte di impiego sono calate del 27% a livello nazionale, riporta l’agenzia di selezione del personale e lavoro temporaneo.
Il rilevamento, condotto in collaborazione con l’Università di Zurigo, mostra che tutte le categorie sono interessate, benché in misura diversa.
“Praticamente tutti i settori della vita pubblica sociale, economica e culturale si sono dovuti fermare da un giorno all’altro, per prevenire la diffusione incontrollabile del Covid-19”. Ma sono state “particolarmente colpite le professioni in cui il contatto personale è di primaria importanza”, come nel settore dell’ospitalità e dei servizi alla persona, osserva Anna von Ow dell’Istituto di Sociologia dell’Uni di Zurigo, citata in una nota.
“Partiamo dal presupposto che la situazione attuale accelererà i processi di trasformazione, portando a un’ulteriore automazione e digitalizzazione dei processi di produzione e di lavoro”, osserva Monica Dell’Anna, CEO di Adecco Svizzera.
L’Adecco Swiss Job Market Index, pubblicato quattro volte l’anno, si basa su un conteggio trimestrale rappresentativo dei posti di lavoro vacanti annunciati sulla stampa e online (portali di lavoro, siti web aziendali).
Tuttavia alcune professioni, come quelle del settore finanziario o assicurativo, non sembrano ancora essere state in grado di invertire la tendenza nonostante la possibilità di ricorrere al telelavoro.
La Svizzera latina, ovvero la regione più colpita dalla pandemia, registra un calo leggermente più consistente del numero di offerte di lavoro rispetto alla parte germanofona del Paese. Nella regione del Lemano (insieme al Vallese) e nell’Espace Mittelland (che comprende i cantoni di Friburgo, Neuchâtel, Giura e Berna) il dato si è attestato a -29%. Le aree di lingua tedesca accusano comunque tutte un calo di almeno il 20%.
Secondo Anna von Ow, la Svizzera sta attraversando una crisi che attualmente è molto peggiore delle precedenti, inclusa quella finanziaria del 2008-2009, quando l’impatto è stato meno “improvviso”.
“L’aspetto positivo è che si è raggiunto il fondo”, precisa Monica Dell’Anna. Dopo un brusco crollo, il numero di annunci si è stabilizzato. Benché non si possa “ancora parlare di una chiara inversione di tendenza […] si spera in una ripresa relativamente rapida. Nel confronto internazionale, la risposta alla pandemia della Svizzera è ottima, grazie alle rapidissime misure di politica economica attuate”, conclude la CEO.
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