Nubi scure all’orizzonte per il settore energetico
Con molte fabbriche chiuse e il prezzo del petrolio ai minimi, per i produttori di energia svizzeri si annunciano tempi difficili.
Trasporti pubblici ridotti ai minimi termini, aziende che funzionano al rallentatore, migliaia di eventi cancellati: la crisi attuale sta avendo un impatto anche sul consumo di elettricità, in diminuzione dal 10 al 30% a seconda delle regioni, stando alle cifre dell’Ufficio federale dell’energia, riportate dalla Tribune de Genève. Il consumo dei privati, molti dei quali costretti a casa, non compensa queste perdite.
Da mesi il prezzo dell’elettricità è in calo e nei prossimi tempi – complice la diminuzione della domanda e un costo del greggio molto basso – dovrebbe ulteriormente ridursi. Il prezzo all’ingrosso del megawattora fissato in marzo per il mese di aprile è di 34 euro, ma in seguito potrebbe fissarsi a 17 euro.
Una prima conferma della situazione difficile in cui si trovano gli attori del settore è giunta martedì dalla Repower, una delle aziende leader in Svizzera e fortemente impiantata in Italia, che ha presentato il bilancio 2019Collegamento esterno.
L’esercizio scorso è stato positivo, con un utile che è triplicato, raggiungendo i 50 milioni di franchi. A questo risultato ha contribuito in maniera determinate proprio il mercato italiano. Con un utile prima della deduzione di imposte ed interessi (Ebit) di 51 milioni di franchi (in crescita del 74%), la Repower Italia ha conseguito il miglior risultato operativo della sua storia.
Tuttavia, come detto, all’orizzonte si addensano nubi piuttosto scure. “Già l’anno scorso il prezzo dell’energia è crollato del 20% e adesso assistiamo ad un ulteriore calo della domanda e quindi dei prezzi – spiega alla RSI l’amministratore delegato Roland Leuenberger. Per il momento riusciamo a superare questa fase difficile solo attraverso i margini di guadagno della nostra divisione che commercia l’energia”.
Malgrado il calo della domanda, “dobbiamo continuare a produrre, la rete ha bisogno di stabilità e anche questo è un nostro compito – prosegue Leuenberger. Ma non possiamo negare che la forte riduzione della domanda energetica pesa. E chiaramente non sappiamo quanto questa situazione durerà e quali saranno le conseguenze”.
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