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Metà degli svizzeri vuole i fuochi d’artificio per la Festa nazionale

Fuochi d'artificio davanti a Palazzo federale a Berna.
Fuochi d'artificio davanti a Palazzo federale a Berna. Keystone / Anthony Anex

Per celebrare degnamente la Festa nazionale del Primo agosto la metà della popolazione elvetica ritiene che i fuochi d’artificio siano una componente fondamentale. Lo rileva un sondaggio pubblicato giovedì. Secondo l'istituto demoscopico YouGov solo un terzo della popolazione non ritiene indispensabili gli spettacoli pirotecnici quando si tratta di celebrare il Natale della patria.

Gli svizzeri e le svizzere si apprestano a festeggiare la Festa nazionale del primo agosto, che sancì nel 1291 il Patto federale tra i tre Cantoni fondatori, con i tradizionali falò in montagna, le grigliate all’aperto e sventolii di bandiere rossocrociate con il sottofondo dei corni delle Alpi e dei canti jodel. Non mancheranno naturalmente i tradizionali fuochi d’artificio.

Proprio sugli spettacoli pirotecnici il vento negli ultimi anni sta cambiando. I mutamenti climatici sempre più evidenti, le ricorrenti siccità e una nuova sensibilità diffusa contro le emissioni di anidride carbonica hanno convinto sempre più comunità ed enti locali ad allestire programmi alternativi, senza spettacoli pirotecnici, che peraltro nella Confederazione hanno sempre avuto maggiore seguito rispetto ai botti di fine anno.

Quest’anno? Fuochi d’artificio sì, fuochi d’artificio no? La risposta arriva da un sondaggio condotto dall’istituto demoscopico YouGov che fa luce su sul sentimento della popolazione elvetica. In breve, per la metà degli svizzeri i fuochi d’artificio sono una componente fondamentale del Primo agosto. Un terzo degli elvetici invece non li ritiene indispensabili.

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Un dato che differisce di molto rispetto a quanto rilevato meno di un anno fa. Quest’autunno, infatti, dopo il lancio dell’iniziativa popolare “Per una limitazione dei fuochi d’artificio”, un sondaggio commissionato dal portale di notizie Watson e pubblicato a fine dicembre 2023, indicava che il 76% delle persone intervistate era favorevole all’iniziativa, ovvero contro i fuochi.

Neutrali, proprio da svizzeri…

Se il 50% della popolazione ora si dice favorevole agli spettacoli pirotecnici, è anche verso che circa il 17% degli intervistati non si è schierato né a favore, né contro. Quasi un quinto ha dunque dichiaro di essere “neutrale” alla causa: una posizione tipicamente “svizzera” che, trattandosi oltretutto della ricorrenza in cui si commemora la nascita della Confederazione, sembra cadere a fagiolo.

Latini più festaioli

I fuochi d’artificio vengono apprezzati in modo diverso a dipendenza della regione linguistica. L’apprezzamento maggiore per i fuochi d’artificio durante le festività arriva dalla Svizzera francese. Secondo il sondaggio, il 70% dei romandi li ritiene fondamentali per celebrare il Primo agosto. E a sud delle Alpi? L’indagine mostra che il 59% dei ticinesi considera i botti parte integrante del Natale della patria. I fuochi sono decisamente meno apprezzati nella Svizzera tedesca: solo il 43% li sostiene.

Fuochi pubblici sì, fuochi privati no

Durante la notte del Primo d’agosto la maggior parte delle città elvetiche offrono uno spettacolo pirotecnico. Questi eventi organizzati e offerti dai Comuni e dalle Città sono molto apprezzati dalla popolazione che li considera parte di una lunga tradizione. E lo spettacolo attira anche numerosi turisti.

Per contro, l’indagine mostra che il 60% degli intervistati è contrario all’accensione dei fuochi d’artificio da parte di privati. Tra gli argomenti principali di coloro che si oppongono ai consueti botti vi sono l’inquinamento ambientale, lo stress causato agli animali e il rischio di infortuni.

Nonostante i fuochi privati siano combattuti dalla maggior parte della popolazione, anche quest’anno almeno una persona su cinque intende comunque far esplodere petardi e accendere le fontanelle nel proprio cortile privato. Soprattutto per la gioia dei più piccini.

Altri sviluppi

Al sondaggio condotto tra il 3 e l’8 luglio di quest’anno hanno preso parte 1’261 persone di età compresa tra i 18 e i 79 anni residenti nella Svizzera tedesca, in Romandia e in Ticino.

Verso il voto popolare

Come anticipato, in Svizzera la questione sui fuochi d’artificio resta accesa. Lo scorso 5 novembre è stata infatti depositata un’iniziativa a riguardo, che ha raccolto 137’193 firme valide (per la riuscita di un’iniziativa sono necessarie 100’000 firme).

L’iniziativa popolare “Per una limitazione dei fuochi d’artificio”, chiede che le persone, gli animali e l’ambiente vengano protetti maggiormente dal rumore e dalle emissioni causate dai botti. Nello specifico, intende vietare ai privati la vendita e l’uso di fuochi d’artificio in tutta la Svizzera, eccezion fatta per fuochi d’artificio meno rumorosi, come bengala o fontanelle.

Altri sviluppi

L’iniziativa, sostenuta da numerose organizzazioni animaliste e ambientaliste, contempla tuttavia la possibilità di accordare autorizzazioni eccezionali per eventi d’importanza nazionale come, per esempio, proprio il 1° agosto.

A gennaio 2024 il Consiglio federale ha invitato la popolazione a respinge il testo. Secondo l’esecutivo, Cantoni e Comuni dispongono già delle basi giuridiche per limitare simili manifestazioni.

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