Michel Ormond, lo “svizzero di Sanremo”
A fine Ottocento Sanremo era una città rivierasca particolarmente apprezzata dagli imprenditori di mezza Europa che qui costruirono le proprie residenze invernali. Tra questi c’era anche lo svizzero Michel Ormond che durante il terremoto del 1887 invece di scappare e salvarsi decise di rimanere a Sanremo per dirigere i soccorsi agli sfollati.
A pochi giorni dall’inizio del Festival, a Sanremo è tutto pronto per dare il benvenuto a cantanti, musiciste, artisti, giornaliste e le altre migliaia di persone che per poco più di una settimana faranno di questa cittadina della riviera ligure il centro dell’Italia.
“Sebbene il festival sia arrivato qui oltre 70 anni fa sono una decina d’anni che è esploso ed è diventato così pervasivo per la vita della città. Quindi la presenza di questa manifestazione non è il motivo per cui a Sanremo non siamo stati in grado fino ad oggi di valorizzare il nome e la storia di Michel Louis Ormond”, spiega a tvsvizzera.it lo storico locale Marco Macchi.
Michel Louis OrmondCollegamento esterno era un imprenditore svizzero che a fine Ottocento decise di fare di Sanremo la sua casa invernale per poter godere del clima e della vita che a Ginevra in quel periodo dell’anno non erano affatto invidiabili. Ma Ormond e la sua famiglia si trovarono loro malgrado a essere tra i protagonisti di uno degli eventi più tragici della storia della città: il terremoto del 1887.
“Nonostante questo, però, i sanremesi non sanno chi sia Michel Louis Ormond. Conoscono Villa Ormond perché è un parco pubblico dal 1928, il più grande parco pubblico della Liguria Occidentale. Ma sono pochi, pochissimi quelli che conoscono la vicenda della Villa e della famiglia che li abitò”, racconta Marco Macchi.
L’arrivo degli Ormond a Sanremo
Prima del 1875 Michel Louis Ormond e sua moglie Marie Marguerite vivevano sulle rive del lago di Ginevra. Qui, a Vevey, lo svizzero aveva rilevato una fabbrica per la produzione del tabacco. Nel giro di poco tempo i sigari Ormond fecero la sua fortuna. I due coniugi se la passavano piuttosto bene. Michel, in particolare, era molto integrato nella vita sociale e politica della sua terra: fu deputato del Gran Consiglio del Cantone Vaud, fu uno dei fondatori della società del gas di Vevey e presidente della società della Società delle Ferrovie Occidentali Svizzere. Sia lui che la moglie godevano di una vasta e articolata rete di conoscenze nel mondo dell’imprenditoria, delle arti e della finanza. Ma a partire dal 1875 Michel decise di fare un passo indietro nella sua vita pubblica per occuparsi dei problemi di salute della moglie.
Per curare l’asma di Marguerite, l’imprenditore elvetico decise di cercare casa sulla riviera italiana, in un luogo dove la sua amata avrebbe potuto respirare aria salubre e avrebbe potuto godere di un clima assai più clemente di quello ginevrino. La scelta cadde su Villa Rambaldi a Sanremo. Un piccolo edificio attorniato da un terreno coltivato ad agrumi e ulivi.
“Come tutte le residenze costruite in quegli anni sulla riviera di Sanremo, anche Villa Rambaldi era una residenza invernale. Il ricco turista di turno veniva qui d’inverno e andava via d’estate quando la città si svuotava e rimanevano solo gli indigeni”, racconta ancora Macchi.
E così fecero anche gli Ormond per dodici anni. Durante i quali spesso li raggiungeva anche il loro unico figlio Francis che intanto era rientrato da una serie di viaggi nelle Americhe. E fu così che il 23 febbraio del 1887 Michel, Marguerite e Francis si trovarono a Sanremo quando la terra cominciò a tremare.
Il terremoto del 1887
Alle 6:30 del mattino un sisma di magnitudo 6,5 scosse la Liguria. L’epicentro fu registrato a Diano Marina dove non rimase in piedi neanche una casa. Il terremoto, in tutto, fece 644 vittime, molte delle quali nel circondario di Sanremo. Ma a fare spavento erano anche le condizioni degli edifici. In molte zone, quelle della popolazione meno abbiente, le case erano quasi totalmente ridotte in macerie. Le costruzioni più resistenti erano rimaste in piedi ma i danni erano visibili. E poi c’erano i feriti. E il panico. E la paura di trovare, tra le macerie, il corpo di un proprio caro.
Era quella la situazione che Michel Louis Ormond e la famiglia si trovarono di fronte agli occhi all’alba del 23 febbraio. La loro Villa Rambaldi era danneggiata ma ancora reggeva. I tre rimasero illesi ed erano perfettamente in grado di andar via, tornare nella loro casa sul lago di Ginevra.
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Le cronache del tempo non raccontano di cosa fece Margherite. Ma sappiamo cosa fecero Michel e suo figlio. Negli attimi immediatamente successivi al terremoto Ormond – che da ragazzo era stato formato per una vita da banchiere e imprenditore e da adulto aveva fondato e fatto crescere aziende in cui gestiva migliaia di dipendenti e affari d’oro – fece sfoggio delle sue capacità organizzative e di iniziativa e si mise a dirigere i soccorsi agli sfollati con al suo fianco il figlio 21enne.
Quando arrivarono le squadre di aiuto dal resto del Regno gli Ormond fecero un passo indietro dal punto di vista gestionale ma continuarono ad aiutare i sanremesi rimasti senza una casa. E lo fecero non solo con quello che più di ogni altra cosa mancava in quel momento, il denaro, ma anche mettendo a disposizione il proprio tempo e le proprie braccia per fare tutto ciò che era necessario in quelle ore.
Furono in molti a notare e apprezzare il lavoro, l’aiuto e la presenza degli Ormond che restarono lì a Sanremo anche nei giorni successivi, a emergenza rientrata. Tanto che il racconto dello “svizzero di Sanremo” che nei giorni del sisma rimase sul posto a gestire i soccorsi e a garantire l’aiuto necessario alla popolazione arrivò in alto, molto in alto.
Re Umberto I, nei mesi successivi al terremoto, decise di conferire a Michel Louis Ormond la Croce di Cavaliere dell’Ordine Mauriziano per il suo lavoro di assistenza alla popolazione colpita dal sisma. Mentre quasi un anno dopo, il 16 febbraio del 1888, il Ministro dell’Interno del Regno d’Italia decise di conferire al figlio Francis un attestato di benemerenza “per essersi distinto con atti filantropici in soccorso delle persone pericolanti fra le macerie di case rovinate dal terremoto del 23 febbraio 1887.
La costruzione di Villa Ormond
A emergenza terminata e ricostruzione cominciata, l’imprenditore svizzero cominciò a preoccuparsi di casa sua. Villa Rambaldi risultò essere totalmente inagibile. Viverci era impossibile e ricostruirla non conveniva. Ma gli Ormond si erano affezionati a Sanremo che consideravano ormai una casa così decisero di convocare sulla riviera un architetto ginevrino per affidargli la costruzione di una nuova villa.
Quando Emile Reverdin arrivò a Sanremo era già un architetto di fama in terra rossocrociata. Specializzato all’Accademia di Belle Arti di Parigi, Reverdin divenne famoso e apprezzato grazie alle ville realizzate per l’alta società ginevrina e agli edifici pubblici che firmò in tutta la Svizzera romanda.
Ma la fama del Reverdin non frenò affatto l’attitudine al controllo di Michel Ormond che, insieme alla moglie, diede indicazioni precise all’architetto sul disegno da fare. Come scrisse Richard Ormond, uno dei pronipoti di Francis, in una piccola pubblicazione sulla storia della famiglia, “essi stessi pianificarono la destinazione dei locali e seguirono i lavori della costruzione che fu disegnata in uno stile neoclassico molto sobrio. La pietra arrivò da una cava a Cassis, vicino a Tolone, i lavori in ferro dalla Svizzera e i vetri delle finestre da St. Gobain”. E poi ancora: “Dopo 15 mesi di attività ininterrotta, la casa fu aperta ufficialmente il primo di giugno del 1890”.
Villa Ormond divenne presto il luogo più in di tutta la riviera ligure. Grazie ai legami aristocratici degli Ormond la villa “ospitò insigni personalità come il principe ereditario di Germania e la sua famiglia, il duca d’Aosta, la Principessa Sissi (Elisabetta d’Austria) e altri membri dell’alta società, soprattutto svizzera e francese, oltre a numerosi artisti, tra cui molti pittori elvetici”, si legge su Sanremostoria.it.Collegamento esterno
A Villa Ormond nacquero anche i numerosi figli di Francis e dell’americana Violet Sargent che fecero di Sanremo la loro casa per diversi anni. Ma soprattutto qui trascorse gran parte del suo tempo Margherite (rimasta vedova dal 1901) fino alla sua morte sopraggiunta nel 1925.
Quell’anno la villa fu venduta e pochi anni dopo i suoi giardini furono trasformati in un parco pubblico. Mentre i locali della Villa, a partire dal 1970, sono sede dell’Istituto Internazionale di Diritto Umanitario (IIHL), un’organizzazione indipendente che “si propone di promuovere la comprensione del diritto internazionale umanitario in tutto il mondo e offre corsi di diritto internazionale in materia di guerra, migrazioni e rifugiati” e che vede nel governo elvetico uno dei più importanti finanziatori.
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