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Scandalo Fifa, il procuratore Lauber deve “ricusarsi”

Gli incontri tra il procuratore generale della Confederazione Michael Lauber e il presidente della Fifa Gianni Infantino erano contrari alle regole di procedura. È la conclusione a cui è giunto il Tribunale penale federale che ha accolto le domande di ricusazioni nei confronti di Lauber formulate da due prevenuti coinvolti nella vicenda dello scandalo Fifa.

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La posizione del procuratore generale della Confederazione diventa sempre più traballante. Dopo l’inchiesta disciplinare aperta contro di lui in maggio dall’Autorità di vigilanza sul Ministero pubblico della Confederazione, che dovrà appurare se vi sia stata una violazione dei doveri d’ufficio nel caso Fifa, è ora il Tribunale penale federale (TPF) di Bellinzona ad assestare un altro duro colpo a Lauber.

In due decisioni di lunedìCollegamento esterno, la Corte dei reclami penali del TPF ha infatti accolto le domande di ricusazione presentate da due imputati, uno dei quali è l’ex segretario generale della Fifa Jérôme Valcke, nei confronti appunto di Lauber, nonché dell’ex procuratore federale capo Olivier Thormann e di un procuratore della Confederazione.

Il riepilogo della vicenda Fifa e le reazioni politiche:

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I due prevenuti rimproveravano a Lauber e agli altri due procuratori gli incontri avuti a tre riprese con il presidente della Fifa Gianni Infantino, incontri che avrebbero leso il principio di conduzione indipendente della procedura (prevenzione ai sensi dell’art. 56 let. f del Codice di procedura penaleCollegamento esterno)

La Corte di Bellinzona indica che “le spiegazioni del principale interessato non permettono di capire perché la sua presenza agli incontri sarebbe stata indispensabile al corretto svolgimento delle inchieste”. Inoltre, i giudici sottolineano l’assenza di un processo verbale degli incontri, “un approccio procedurale non conforme” a un altro articolo del Codice di procedura penale.

Per queste ragioni, il TPF ha ritenuto giustificata la ricusazione di Lauber, a partire dal 22 marzo 2016.

La Corte ha invece respinto la richiesta di ricusa presentata nei confronti di altri membri della Taskforce Fifa dell’MPC.

Questa taskforce è stata istituita a partire dal 2015 nell’ambito delle inchieste avviate dalla procura federale per presunte infrazioni contro il patrimonio commesse ai danni della Fifa, che nella procedura è parte querelante. La vicenda è collegata con l’assegnazione dei Mondiali 2018 in Russia e 2022 in Qatar.

Da ricordare che sempre per quanto concerne questa intricata vicenda, martedì dalla Francia è giunta la notizia del fermo dell’ex presidente dell’Uefa Michel Platini.

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