Dopo l'Unione europea anche la Svizzera si è rivolta all'Organizzazione mondiale del commercio (OMC/WTO) contro gli Stati Uniti che dallo scorso mese di marzo hanno introdotto dazi doganali su acciaio e alluminio.
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tvsvizzera/ats/spal con RSI (TG del 10.7.2018)
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Per Berna il provvedimento di Washington, motivato con ragioni di sicurezza nazionale, “non è giustificato nei confronti del nostro Paese”, indica una nota del Dipartimento federale dell’economia (DEFR).
La Svizzera, precisa sempre il DEFR, era intervenuta già nel mese di marzo presso le autorità statunitensi inviando una richiesta formale di essere esclusa da queste misure di difesa commerciale ma Washington non ha mai dato seguito alla domanda.
Di qui la decisione dello stesso ministro dell’economia Johann Schneider-Ammann di avviare una procedura “per la composizione delle controversie” in seno all’OMC.
La procedura, che si svolgerà in diverse fasi, inizia con una richiesta di consultazioni cui segue un tentativo di conciliazione. In assenza di risultati è possibile rivolgersi a una istanza arbitrale (Panel), la cui decisione può essere impugnata davanti a un organo di appello (Appellate Body).
Il DEFR ricorda che già nel 2002 la Svizzera aveva portato a termine con successo, insieme ad altri membri dell’OMC, una procedura contro gli USA riguardante l’acciaio. In seguito gli Stati Uniti avevano abolito quella misura commerciale.
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