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Multe per i riottosi della mascherina

Via cittadina con luminarie natalizie e persone con sacchetti dello shopping; vista sfocata
Nelle zone pedonali, dove la mascherina va indossata qualora non si possa tenere il distanziamento sociale, non saranno comminate multe. Keystone / Gaetan Bally

Le persone che non indossano una mascherina protettiva dove vi è l'obbligo, o non rispettano altre prescrizioni volte ad arginare il coronavirus, rischieranno in Svizzera fino a 300 franchi di multa disciplinare. Lo ha deciso martedì il Consiglio nazionale, camera bassa del Parlamento elvetico, nel corso dell'esame delle modifiche alla Legge Covid-19, destinate a sostenere le aziende in difficoltà e le società sportive che soffrono per l'assenza di spettatori.

Diversi consiglieri nazionali hanno espresso scetticismo per la disposizione sulle mascherine, poiché potrebbe minare l’accettazione, da parte della popolazione, delle misure protettive. Ma la proposta di stralciare questa aggiunta voluta dal Consiglio federale (governo), come chiedeva lo zughese Thomas Aeschi (UDC, destra conservatrice), è stata respinta per 121 a 65.

Ad ogni modo, la disposizione prevede anche eccezioni, come l’esenzione della sanzione nelle zone pedonali.

“Casi di rigore”

Il Consiglio nazionale ha poi esteso la cerchia di aziende che potrebbero far capo a un sostegno finanziario.

In particolare, rispetto al progetto del Consiglio federale, la Camera ha seguito la sua commissione preparatoria, abbassando da 100’000 a 50’000 franchi la soglia di fatturato che darebbe diritto a un’impresa in difficoltà di richiedere un aiuto urgente. Le aziende otterranno sostegno, per inciso, solo se erano redditizie prima della crisi.

Questa soluzione per i casi di rigore dovrebbe consentire alle società in sofferenza di superare la seconda ondata. La Confederazione sosterrà circa due terzi dei costi -aumentati a un miliardo di franchi- e i Cantoni il restante terzo.

Il plenum ha inoltre stabilito che, per ottenere un aiuto, il fatturato nel 2020 deve essere inferiore al 60% della media pluriennale e i Cantoni potranno decidere se tenere conto delle eventuali indennità ricevute dall’azienda per lavoro a tempo ridotto o perdita di guadagno legate al Covid-19. Le società non saranno invece obbligate a impegnarsi per iscritto a non distribuire dividenti o altre regalie.

Sostegno ai club

La camera bassa ha accolto senza discussione la proposta di concedere fino a 115 milioni a fondo perso alle società sportive professionistiche o semi professionistiche, che per beneficiarne dovranno ridurre il reddito medio dei dipendenti direttamente coinvolti nelle partite, e non tagliando ogni singolo stipendio più alto. In questo modo, il Nazionale vuole evitare che i club rinuncino ai contributi perché uno o più giocatori rifiutano di accettare una diminuzione di stipendio.

L’esame delle modifiche alla Legge Covid-19 passa ora al Consiglio degli Stati (camera alta), che se ne occuperà mercoledì.

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tvsvizzera.it/ATS/ri con RSI (TG del 01.12.2020)

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