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Arte sequestrata dal III Reich, alla ricerca dei legittimi proprietari

Il museo storico di San Gallo è uno dei pochi in Svizzera che ha deciso di far luce sul trascorso dei pezzi della sua collezione per eventualmente restituirli ai legittimi proprietari. Molte opere d’arte negli inventari dei musei di tutto il mondo, infatti, sono state sequestrate agli ebrei dal regime nazista, che le ha rivendute per finanziarsi. 

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L’ultimo esempio di quanto il museo di San Gallo sta facendo dal 2010 sono due velieri in argento del XVII secolo del valore di 300’000 franchi, donati al museo dallo spedizioniere Giovanni Züst nel 1967. 

Recenti ricerche hanno permesso di capire che i due preziosi oggetti erano stati confiscati dal regime nazista alla collezionista ebrea Emma Budge e messi all’asta nel 1937. I due velieri saranno restituiti agli eredi della Budge alla fine dell’attuale esposizione. Ad ogni allestimento, infatti, il museo indaga sul trascorso dei pezzi esposti.

“Come museo non si restituisce volentieri qualcosa. Sono dei valori, sono pezzi belli che si vogliono mostrare. Ma oggi un museo moderno ha il compito di mettere ordine nella sua collezione”, ha detto alla Radiotelevisione svizzera Daniel Stüder, direttore del museo. 

Una pratica che svolgono solo una decina di musei in Svizzera, aiutati, anche se non attivamente, dalla Confederazione.  

“Non è nostro compito fare da giudice. Secondo la legge non abbiamo questa competenza e per questo non ci possiamo immischiare nei singoli casi. Tocca ai privati attivarsi”, ha detto Benno Widmer dell’Ufficio federale della cultura.

Tuttavia, dal 2016 la Confederazione finanzia musei privati per il lavoro di identificazione auspicato nei principi della Conferenza di Washington Collegamento esternodel 1998 sulle opere d’arte confiscate dai nazisti.

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