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Tre anni e otto mesi di prigione per “Cosimo lo svizzero”

Un italiano residente nel canton Berna è stato condannato martedì dal Tribunale penale federale di Bellinzona per partecipazione e sostegno a un'organizzazione criminale.

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L’accusato, un calabrese di 61 anni, è stato riconosciuto colpevole di avere partecipato, dal 2003 al 2011, alle attività dei Locali di ‘ndrangheta di Seregno e Giussano, in Lombardia. Qui era conosciuto come “Cosimo lo svizzero” e si occupava soprattutto di trasportare in Calabria armi acquistate nella Confederazione.

Residente a Lengnau, nel cantone Berna, l’italiano è stato condannato anche per sostegno ad altri gruppi della mafia calabrese. Anche se non era un affiliato a pieno titolo – non era stato ‘battezzato’ secondo i riti della ‘ndrangheta – ha partecipato a diverse riunioni dell’organizzazione criminale in Lombardia, Piemonte e Calabria, stando a quanto dichiarato da un pentito ascoltato in video-conferenza.

Il 61enne è stato pure riconosciuto colpevole di aver sorvegliato armato un campo di cannabis nella regione dove viveva. All’apertura dell’inchiesta nell’agosto 2015, presso il suo domicilio sono state sequestrate diverse armi.

La pena pronunciata dai giudici di Bellinzona è leggermente inferiore a quella richiesta dal procuratore (che aveva domandato quattro anni di reclusione). Il tribunale ha tenuto conto della volontà dell’uomo di ripartire su nuove basi, aiutando il figlio nella sua attività di ristorazione. La difesa aveva dal canto suo chiesto l’assoluzione e ha preannunciato un possibile ricorso.

La sentenza di martedì è importante, poiché per la prima volta nella storia giudiziaria elvetica le testimonianze di due pentiti italiani sono state determinanti per una condanna.

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