Sanità, quanto mi costi
Nel 2021 in Svizzera le spese sanitarie complessive sono aumentate di quasi il 6%. Solo negli Stati Uniti la fattura pro capite è più salata.
Nello spazio di 30 anni, la spesa sanitaria pro capite in Svizzera è più che raddoppiata. Nel 1991 si attestava a 369 franchi (375 euro), mentre nel 2021 a 827 franchi al mese.
La progressione è stata praticamente continua e nel 2021 la fattura globale è lievitata del 5,9% a 86,3 miliardi di franchi, stando al rapportoCollegamento esterno pubblicato martedì dall’Ufficio federale di statistica. Era dall’inizio degli anni 2000 che non si registrava un aumento così consistente.
Le spese sanitarie rappresentano ormai l’11,8% del Prodotto interno lordo. Nel 1996, anno dell’entrata in vigore della Legge federale sull’assicurazione malattie (LaMal), la proporzione era dell’8,9%.
Come si può vedere da questo grafico, se si considera unicamente il costo pro capite la Svizzera è il secondo Paese al mondo che spende di più per il suo sistema sanitario. Nel 2021 sono infatti stati sborsati 7’179 dollari per abitante. Solo negli Stati Uniti la fattura è più elevata, mentre l’Italia, con 3’747 dollari, si situa un po’ al di sotto della media dei Paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico.
L’aumento registrato nel 2021 riguarda praticamente tutti i fornitori di prestazione, ad eccezione degli istituti medico-sociali, dove si è verificata una flessione dell’1,1%. Gli ospedali continuano a rappresentare di gran lunga la voce di spesa più importante, ovvero più di un terzo degli 86 miliardi di franchi, seguiti dagli istituti medico-sociali e dagli studi medici.
La pandemia di Covid-19 ha inciso sulla fattura totale e ciò è particolarmente evidente se si analizzano le prestazioni fornite dallo Stato (ad esempio i test Covid gratuiti o i vaccini), che hanno fatto segnare una progressione del 74,6% nell’arco di un anno, passando da 2,4 a 4,2 miliardi.
Chi paga?
Il sistema sanitario svizzero è finanziato tramite diverse fonti. Sugli 827 franchi pro capite al mese, 296 sono stati coperti dall’assicurazione malattie obbligatoria di base, 190 dallo Stato e 74 dalle assicurazioni sociali (Assicurazione vecchiaia e superstiti, assicurazione invalidità e contro gli infortuni). Il contributo delle assicurazioni private è stato di 54 franchi.
Oltre al premio dell’assicurazione malattie obbligatoria, le economie domestiche hanno dovuto pagare di tasca propria l’equivalente di 184 franchi.
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Il premio di cassa malati varia a seconda dell’età, della franchigia scelta, del luogo di domicilio e dell’assicurazione. Il reddito (o il patrimonio) non ha nessuna influenza sull’importo del premio. Chi guadagna 100’000 franchi al mese paga la stessa cifra di chi ne percepisce 4’000.
Ammonta in generale a una somma compresa tra 100 franchi per i bambini fino a oltre 500 franchi per una persona adulta. Detto altrimenti, il costo della sanità è una delle voci di spesa che grava di più sul budget mensile della popolazione residente in Svizzera, anche se le persone meno abbienti possono ricevere dei sussidi.
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Una strana concorrenza
L’assicurazione di base è come detto obbligatoria. In Svizzera non esiste però una cassa malattia unica. Vige un modello di concorrenza, con una sessantina di assicuratori. Questo sistema è però spesso criticato, poiché il catalogo delle prestazioni coperte è identico.
Dall’entrata in vigore della LaMal nel 1996, che prevede appunto l’obbligatorietà di assicurarsi, la pluralità di casse private è stata combattuta alle urne due volte e in entrambi i casi (l’ultima nel 2014) l’elettorato ha respinto la proposta della sinistra di creare un istituto unico nazionale.
Del tema si è riparlato appena un mese fa, quando il Consiglio nazionale ha respinto un’iniziativa del Canton Neuchâtel che domandava di legiferare per permettere ai Cantoni di poter creare almeno un’istituzione di assicurazione malattie a livello regionale.
Dibattito chiuso? Per ora sì, ma non c’è dubbio che presto o tardi, sulla scia della costante progressione dei premi, si tornerà a parlare di una riforma in profondità del sistema di sanità e, quasi certamente, di una cassa malati unica.
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