Nessun pedaggio discriminatorio alle gallerie autostradali del San Gottardo e del San Bernardino. È quanto ha deciso oggi il Consiglio degli Stati che ha respinto, per 15 voti a 8 e ben 13 astensioni, una mozione del "senatore" ticinese e presidente dell’UDC Marco Chiesa. La mozione auspicava l'introduzione di una "tassa" che però non pesasse sul portafoglio degli svizzeri.
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tvsvizzera.it/fra con Keystone-ATS
Secondo Chiesa, la situazione ai passi, soprattutto al San Gottardo e al San Bernardino, è oggettivamente difficile. Ma è fuori luogo chiamare gli svizzeri alla cassa, dal momento che quest’ultimi pagano già per la costruzione e la manutenzione delle strade. I turisti, invece, se la cavano col pagamento della “vignetta” autostradalee non lasciano un centesimo sul territorio, che deve sopportare invece tutti i disagi del caso.
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Chiesa ha ricordato che i Paesi limitrofi prelevano già una tassa per coprire gli elevati costi di costruzione e manutenzione delle opere infrastrutturali transalpine: l’Austria per l’autostrada del Brennero e il traforo dell’Arlberg, la Francia per le gallerie autostradali del Monte Bianco e del Fréjus e l’Italia per il traforo del Gran San Bernardo.
Secondo il consigliere agli Stati, l’introduzione di un eventuale pedaggio alpino dovrà avere un intento orientativo e regolatorio, e non dovrà comportare un ulteriore onere per l’automobilista svizzero. I passaggi autostradali alpini dovranno essere rilevati e fatturati digitalmente. I mezzi supplementari andrebbero dedicati alla manutenzione e alla sicurezza delle infrastrutture, oltre che alla manutenzione delle strade nazionali.
Il Consiglio federale si dice consapevole del problema legato al riversamento del traffico autostradale sulla viabilità locale lungo gli assi nord-sud e dei disagi causati ai residenti delle zone adiacenti ai tratti interessati.
Per questo ha accolto l’idea del Parlamento di studiare il problema prendendo anche in considerazione l’eventuale pedaggio per l’attraversamento dei trafori transalpini richiesto dalla presente mozione. Tuttavia, l’esecutivo ritiene necessario attendere l’esito dell’analisi prima di essere chiamato a legiferare in materia.
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