Il popolo svizzero sarà (verosimilmente) chiamato a pronunciarsi sul possibile ritorno al nucleare per la produzione di energia elettrica.
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tvsvizzera.it/spal con Keystone-ATS
È formalmente riuscita, con la raccolta delle firme necessarie, l’iniziativa popolare “Energia elettrica in ogni tempo per tutti (Stop al blackout)”, che chiede implicitamente di sopprimere il divieto di costruire nuove centrali atomiche in Svizzera.
La Cancelleria federale ha precisato che delle 126’707 firme depositate il 16 febbraio scorso, 125’830 sono valide (ne servivano 100’000).
Il testo della proposta non menziona a chiare lettere gli impianti nucleari, su cui le e i promotori della proposta concordano, ma si limita a dire che “sono ammissibili tutti i tipi di produzione di energia elettrica rispettosi del clima”.
Quattro centrali atomiche attive
Nella Confederazione sono attualmente in funzione quattro centrali: Beznau I, entrata in funzione nel 1969, Beznau II nel 1972, Gösgen nel 1979 e Leibstadt nel 1984 (il reattore di Mühleberg, acceso nel 1972, è stato disattivato cinque anni fa).
Dopo l’incidente di Fukushima, susseguente a un sisma, Governo e Parlamento hanno deciso di abbandonare gradualmente il nucleare e di non rilasciare più nuove autorizzazioni per la costruzione di nuovi impianti atomici.
Un orientamento confermato dal popolo nella votazione del 1917 sulla nuova politica energetica (Strategia energetica 2050). Non è stato però stabilito un termine temporale per le centrali attualmente in funzione, che continueranno a produrre elettricità finché saranno rispettati i requisiti di sicurezza legali.
Le e i promotori dell’iniziativa, sostenuti da ambienti economici e partiti di centro-destra (PLR, UDC, Centro), chiedono ora che sia garantito un “approvvigionamento elettrico sicuro e neutrale dal punto di vista climatico, essenziale per la società e l’economia”. E per raggiungere questo obiettivo viene sollecitata la realizzazione di nuovi reattori nucleari ad uso civile, che dal profilo climatico non hanno un impatto negativo.
Stando al comitato del Club Energia Svizzera, gli ultimi inverni hanno dimostrato che la Svizzera non produce sufficiente elettricità e che dipende da fornitori stranieri.
Alla luce dell’attuale situazione geopolitica in Europa, è stato sottolineato, la Confederazione, deve quindi essere in grado di produrre autonomamente elettricità rispettosa del clima. Affidarsi esclusivamente alle importazioni, ha infine aggiunto l’organizzazione “borghese”, è pericoloso.
L’iniziativa popolare, come di consueto, sarà ora sottoposta alle valutazioni del Governo e delle due Camere, prima di essere messa in votazione popolare (che può però essere ritirata nel caso in cui vengano soddisfatte le richieste delle e degli iniziativisti).
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