Il numero di chi lavora in orologeria cresce in Svizzera, ma non in Ticino
Crisi in Ticino.
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Malgrado un contesto che si è fatto più difficile il settore orologiero sta tenendo in Svizzera, perlomeno sul fronte dell'impiego, mentre mostra segni di cedimento in Ticino.
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Stando ai dati diffusi mercoledì dalla Convention Patronale (CP), l’associazione dei datori di lavoro del comparto, a livello nazionale alla fine di settembre la manodopera attiva nel ramo era costituita da 65’642 lavoratori, lo 0,6% in più di dodici mesi prima, quando per la prima volta dagli anni 70 era stata superata la soglia dei 65’000 addetti.
La maggior parte dei dipendenti si trova nei cantoni di Neuchâtel (17’511), Berna (14’239) e Ginevra (12’288). Seguono Giura, Vaud, Soletta e – al settimo posto – il Ticino, che presenta 13 aziende (-2) e 1598 persone, in netta flessione rispetto alle 1842 del 2023 (-13%).
Se sul piano elvetico la forza lavoro è rimasta praticamente stabile nel 2024, le prospettive per il 2025 sono molto più incerte, mette in guardia CP. Le persistenti turbolenze economiche, le tensioni geopolitiche e la forza del franco rappresentano sfide importanti. “L’industria dovrà raddoppiare gli sforzi per preservare la propria manodopera e mantenere la sua capacità produttiva”, afferma l’organizzazione padronale in un comunicato.
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