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Lockdown parziale in Svizzera

IL presidente della Confederazione e i suoi colleghi durante la conferenza stampa a Berna.
Keystone / Peter Klaunzer

La Svizzera introduce nuove misure restrittive per combattere la pandemia. Dal 18 gennaio, per 5 settimane, i negozi non essenziali saranno chiusi, gli assembramenti limitati, entra in vigore anche l'obbligo del telelavoro e la mascherina sul posto di lavoro.

Nuovo giro di vite del Consiglio federale per contrastare il diffondersi del coronavirus: la chiusura di ristoranti, offerte culturali e impianti sportivi – già in vigore dal 22 dicembre – sarà prorogata fino alla fine di febbraio.

Da lunedì 18 gennaio saranno inoltre chiusi anche i negozi che non vendono beni di prima necessità e il telelavoro diventerà obbligatorio. Ecco in questo grafico il riassunto delle misureCollegamento esterno.

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Proprio per sottolineare la gravità della situazione, gli oratori – come si vede dalla foto – si sono presentati alla stampa con la maschera di protezione e protetti da pannelli di plexiglas. “Ci troviamo in un momento cruciale nella lotta contro la pandemia e nel sostegno al personale sanitario e agli imprenditori”, ha detto il presidente della Confederazione Guy Parmelin. “La sofferenza è ovunque: soffrono le famiglie che hanno perso i loro cari ma anche chi vede gli sforzi di tutta una vita distrutti della crisi”.

Decisione non semplice

Non è stata affatto una decisione facile quella di inasprire le misure di protezione, ha assicurato il presidente della Confederazione. Il governo federale è cosciente che avrà pesanti conseguenze, ma è necessario uno sforzo supplementare in questa fase per salvaguardare l’economia e mantenere la prosperità anche in futuro. “Con nuove misure abbiamo la possibilità di ridurre i casi e lasciarci questo periodo difficile alle spalle, una volta per tutte”, ha concluso Guy Parmelin esortando tutti a rispettare le disposizioni.

Evitare la terza ondata

Il numero delle infezioni rimane a un livello alto e, nonostante le limitazioni finora introdotte, non è stato possibile osservare una chiara tendenza al ribasso. “C’è anche un’altra brutta notizia: lo sviluppo di una nuova variante del coronavirus, dal 50 al 70% più contagiosa rispetto a quella normale”, ha detto il ministro della sanità Alain Berset. Con le misure attuali, in febbraio rischiamo di dover affrontare una terza ondata. “La buona notizia però è che questa volta abbiamo diverse settimane di vantaggio per attenuare la nuova ondata”, ha aggiunto.

La situazione in Svizzera attualmente è la stessa della Gran Bretagna in dicembre. Oggi il tasso di riproduzione è già leggermente sopra l’1 con il “normale virus”. Con la variante mutata avremmo un raddoppio dei casi ogni settimana e un’evoluzione esponenziale delle infezioni. Dobbiamo anche evitare di mettere in pericolo le operazioni di vaccinazione: chi ha sintomi infatti non può essere vaccinato e questo rallenterebbe la protezione della popolazione.

Il servizio del tg:


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tvsvizzera.it/fra con ATS


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