La televisione svizzera per l’Italia
Immagine aerea di Palazzo federale a Berna.

Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

A 50 anni dal golpe in Cile, anche in Svizzera oggi i media hanno ricordato una tragedia che ha segnato la storia internazionale. Una pagina nera completa di torture, arresti e l'emigrazione forzata di molte migliaia di persone. Su tvsvizzera.it la racconta un cileno che da allora vive in canton Ticino, mentre SWI swissinfo ha pubblicato un approfondimento. Due contributi che superano l'attualità e che vale la pena leggere, per non dimenticare.

Auto sul passo del San Gottardo.
Automobili sul passo del San Gottardo. © Keystone / Urs Flueeler

Difficoltà per il traffico automobilistico fra Svizzera e Italia per la chiusura del San Gottardo.

Non c’è pace per il San Gottardo. Dopo il deragliamento di un treno merci, che ad agosto ha causato importanti disagi sull’asse ferroviario che attraversa la Svizzera, da domenica pomeriggio il tunnel è stato chiuso al passaggio delle automobili. La chiusura del traffico in entrambe le direzioni è stata decisa dall’Ufficio federale delle strade (USTRA) in seguito alla caduta di frammenti di calcestruzzo.

Le prime ispezioni condotte dall’USTRA hanno evidenziato una crepa di 25 metri nella soletta intermedia del soffitto della galleria, in prossimità del portale nord che si trova nel canton Uri. Per il momento non ci sono notizie sull’entità del danno, né quanto tempo sarà necessario per ripararlo, e neanche dunque su quando potrà riprendere l’attività normale all’interno del tunnel.

Il traffico nord-sud attraverso le Alpi è stato deviato sulla strada del San Bernardino (A 13) e sul Passo del Gottardo, che vista la stagione estiva è ancora aperto. A seconda della destinazione, per le automobili in transito da e per l’Italia potrebbero essere consigliabili altri passi. I veicoli pesanti già in attesa per proseguire il viaggio presso i centri di controllo di Giornico (Ticino) e Ripshausen (Uri) sono stati trattenuti, ha indicato l’USTRA.


Immagine aerea di Palazzo federale a Berna.
Settimane intense in arrivo per il Parlamento federale. Keystone / Thomas Hodel

Sessione d’autunno in Parlamento, i temi che interessano la Quinta Svizzera.

Si è aperta oggi a Berna la sessione di lavoro autunnale del Parlamento elvetico. Una sessione calda, poiché precede le elezioni federali che il 22 ottobre ridisegneranno le due Camere. Fra i temi in discussione nelle prossime settimane, l’annosa questione dei costi della salute e dell’aumento progressivo dei premi dell’assicurazione sanitaria, ma anche la guerra in Ucraina.

Alcuni dossier interessano particolarmente svizzeri e svizzere residenti all’estero. Come le relazioni con l’Unione Europea, dove risiedono due terzi delle 800’000 persone che dalla Confederazione sono emigrate all’estero. Un dossier complesso, sul quale i diversi partiti politici hanno posizioni spesso divergenti. Ma anche la partita su protezione dei salari e partenariato sociale, con una mozione approvata dal Consiglio Nazionale che sarà ora trattata dal Consiglio degli Stati (la Camera alta).

Nel programma delle prossime settimane a Palazzo Federale ci sono anche altri temi di grande interesse per la diaspora elvetica, dalla digitalizzazione alla doppia imposizione fiscale con la Francia, fino alla modifica della legge federale sul diritto internazionale. L’obiettivo della revisione è di ridurre i conflitti di competenza con le autorità straniere, in particolare in materia di successione con l’UE, offrendo una maggiore certezza del diritto alle svizzere e agli svizzeri all’estero.

Veduta aerea di Gstaad.
Gstaad vista dall’alto, una delle località più lussuose della Confederazione. Keystone / Alessandro Della Bella

Cimeli di casa Savoia in vendita.

Esiliati dopo l’avvento della Repubblica, i discendenti dell’ex re d’Italia sono stati per molti decenni di casa a Ginevra. È di oggi la notizia che sono in vendita centinaia fra cimeli storici e oggetti più recenti che appartengono a Vittorio Emanuele di Savoia, a sua moglie Marina Doria e all’unico figlio, Emanuele Filiberto. Una parte degli oggetti sono offerti su una piattaforma online fino al 18 di settembre, mentre gli altri verranno battuti due giorni dopo dalla casa d’aste Genève Enchères.

La vendita sarebbe dovuta al trasferimento della famiglia nella residenza di Gstaad, sempre in Svizzera. Secondo le agenzie di stampa, il pacchetto in vendita comprende chicche di pregio che risalgono ai tempi d’oro della monarchia italiana, ma anche oggetti più recenti. Si stima che il valore complessivo potrebbe arrivare a 150’000 franchi, ma secondo la casa d’aste sarebbe difficile fissare il prezzo di alcuni oggetti che per un sostenitore della ex monarchia sabauda potrebbero avere un valore sentimentale, che farebbe lievitare il prezzo di vendita.

Torna così a fare notizia l’ex famiglia reale italiana. Mentre continua la loro vertenza con lo Stato italiano, cui chiedono la restituzione dei cosiddetti “gioielli della corona”. Il tesoro, conservato dal 1946 in un caveau della Banca d’Italia, sarebbe costituito da 6’732 brillanti, 2’000 perle e molte gioie, fra le quali un raro diamante rosa e il diadema della Regina Margherita II con brillanti, diamanti e perle pregiate. Nel 1976 furono valutati 10 milioni di euro, ma potrebbero valere molto di più se messi all’asta – le ultime stime arrivano a circa 300 milioni di euro. Fallito un primo tentativo di mediazione fra le parti, nel 2022 i Savoia hanno citato in giudizioCollegamento esterno la Presidenza del Consiglio, il ministero dell’Economia e la Banca d’Italia.

  • La vertenza Savoia-Stato italiano per la restituzione dei gioielli, un approfondimento pubblicato nel 2022 da Il Corriere del TicinoCollegamento esterno.
  • Retroscena e contenuti della docuserie Netflix “Il principe” sui fatti dell’isola di Cavallo, un caso umano e giudiziario che ha cambiato la vita anche alla famiglia Savoia. Intervista rilasciata dalla regista Beatrice Borromeo alla testata italiana fanpage.itCollegamento esterno
Ritratto di Eugenio Balzan.
Eugenio Balzan in un ritratto del 1925. Fondazione Eugenio Balzan.

Annunciati i premi Balzan 2023.

È noto come “il Nobel svizzero e italiano”. Un premio prestigioso, che oltre agli onori attribuisce ad ogni persona che lo vinca, la vertiginosa cifra di 750’000 franchi svizzeri. La metà dei quali devono essere devoluti a un progetto di ricerca. Sono stati annunciati oggi i fortunati, tutti uomini. Si tratta di scienziati premiati per la loro attività in settori molto specifici del sapere.

Il premio viene attribuito dal 1961 ed è dedicato alla memoria di Eugenio Balzan, giornalista e imprenditore, che negli anni Trenta del secolo scorso si trasferì a vivere in Svizzera. Balzan ha lasciato un ingente patrimonio all’unica figlia, che lo ha destinato all’omonima Fondazione, con sede a Zurigo e a Lugano. Ogni tre anni, viene inoltre assegnato un ulteriore premio nell’ambito delle attività per la tutela dei diritti umani. Quest’anno il riconoscimento è andato alla Fondazione Francesca Rava per il suo impegno per la pace nel mondo.

I Premi Balzan 2023 verranno consegnati a Berna il 17 novembre alla presenza del Presidente del Consiglio nazionale, Martin Candinas. Annunciate oggi anche le materie per il concorso del prossimo anno: giustizia riparativa, storia della scienza moderna e contemporanea, i meccanismi biologici dell’invecchiamento e i materiali nanoporosi per applicazioni ambientali.

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