Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
Nel Giura in queste ore la popolazione è un po' sul chi vive. Qualche giorno fa è infatti stato avvistato nella regione un caracal e finora gli esperti e le esperte dell'Ufficio dell'ambiente del Cantone non sono riusciti a ritrovarlo. Confesso che fino ad oggi non avevo mai sentito il nome di questo animale. Il caracal è un felino che può pesare fino a 20 chili ampiamente diffuso in Asia e in Africa e che è talvolta considerato il cugino della lince. L'esemplare avvistato nel Giura potrebbe essere fuggito da uno zoo dalla vicina Francia ma, molto più probabilmente, era detenuto illegalmente da qualche privato. Comunque, ha rassicurato l'Ufficio dell'ambiente, l'animale non rappresenta un rischio per la popolazione.
Era una sentenza molto attesa: il Tribunale federale ha confermato l’assoluzione del medico Pierre Beck per infrazione della legge sugli stupefacenti. Nel 2017, l’ex vice presidente di Exit Svizzera romanda aveva aiutato una donna di 86 anni in buona salute a suicidarsi.
Quello di Pierre Beck è un caso che si trascina da anni. In un primo tempo, il medico ginevrino era stato condannato dalla giustizia del suo Cantone per infrazione alla Legge sui medicinali, poi il Tribunale federale lo aveva assolto. La vicenda era però stata riesaminata ai sensi della Legge sugli stupefacenti. La corte ginevrina competente aveva a sua volta assolto Pierre Beck, ma la procura aveva presentato ricorso davanti alla più alta istanza giudiziaria svizzera.
Martedì il Tribunale federale ha definitivamente messo fine al caso respingendo il ricorso del Ministero pubblico di Ginevra e pronunciando un’ulteriore assoluzione. La presidente della Corte ha sottolineato che la norma della Legge sugli stupefacenti persegue obiettivi di salute e ordine pubblico. Non è mai stata pensata per regolare il suicidio assistito. Il tribunale ha riconosciuto che Beck non ha rispettato le regole etiche della sua professione e le direttive dell’Accademia svizzera delle scienze mediche
Nel 2017 Pierre Beck, vice presidente dell’organizzazione di assistenza al suicidio Exit Svizzera Romanda, aveva prescritto del pentobarbital a una donna di 86 anni in buona salute, ma decisa a morire contemporaneamente al marito gravemente malato. Davanti al tribunale di prima istanza nel 2019, il medico si era difeso dicendo che la donna era molto determinata e che soffriva enormemente da un punto di vista psicologico. Aveva detto chiaramente più volte che si sarebbe uccisa se non le fosse stato permesso di morire insieme al marito. In un secondo tempo, Pierre Beck aveva affermato che avrebbe agito ancora allo stesso modo in un caso simile: “Se mi trovassi di nuovo di fronte a una donna con una sofferenza intensa e un progetto di suicidio molto concreto, nella fattispecie per defenestrazione, l’aiuterei nuovamente per permetterle una morte dolce, senza pericoli”.
- L’articoloCollegamento esterno di RSI News.
- Perché l’aiuto al suicidio è normale in Svizzera: il dossier di swissinfo.ch.
- Recentemente in Italia ha destato scalpore la notizia di una donna in buona salute che ha deciso di venire a morire in Svizzera senza dire nulla alla sua famiglia. Quale prassi seguono le associazioni di assistenza al suicidio? L’approfondimento di Serena Tinari.
Nelle farmacie svizzere è difficile riuscire a farsi vendere i prodotti meno cari: è quanto emerge da un’indagine della rivista dei consumatori e delle consumatrici della Svizzera tedesca K-Tipp.
A chi si presenta al banco di una farmacia solo in rari casi vengono proposti i preparati meno cari in commercio. La rivista K-Tipp ha inviato in incognita una donna di 68 anni presso 30 farmacie nella Svizzera tedesca e in 29 casi il personale di vendita ha cercato di smerciare un prodotto caro, pur essendoci alternative più economiche.
A titolo d’esempio, in una farmacia di Basilea la commessa ha proposto il farmaco per la diarrea Imodium lingual a 19,50 franchi e lo spray nasale Xylo Mepha Plus a 13,70 franchi, senza menzionare alternative più economiche. Solo in seguito all’insistenza della cliente, le sono state indicati altri due prodotti che costavano complessivamente oltre 20 franchi in meno.
Inoltre, 18 farmacie su 30 hanno fornito alla cliente informazioni false, sostenendo ad esempio che una compressa contro la diarrea che le veniva proposta era il rimedio più economico, quando in realtà costava 9,50 franchi in più di quella meno cara. La testata zurighese ha sottoposto i risultati dell’inchiesta all’associazione dei farmacisti Pharmasuisse. L’organizzazione ha risposto di non vedere alcun problema e ha indicato che non ci si può aspettare che le farmacie “dispensino sempre il preparato più economico”.
- La notiziaCollegamento esterno di Keystone-ATS ripresa dal Corriere del Ticino.
- In Svizzera anno dopo anno i costi della salute aumentano. C’è una via d’uscita a questa spirale? L’approfondimento del mio collega Matthew Allen.
- Per anni la Svizzera è stata meta di italiani e italiane che nelle farmacie elvetiche si approvvigionavano di medicinali a volte difficili da trovare oltre confine. Negli ultimi tempi, però, il flusso si è invertito. L’approfondimento su tvsvizzera.it di Leonardo Spagnoli.
Herwig Schopper, ex direttore del CERN, pioniere della diplomazia scientifica, ha da poco compiuto 100 anni. SWI swissinfo pubblica oggi un’intervista all’anziano fisico tedesco che sembra faccia di tutto, tranne voler andare in pensione.
Sotto la direzione di Schopper (1981-1988) presso il Centro europeo per la ricerca nucleare (CERN) si è concretizzata la costruzione del tunnel che oggi ospita il più potente acceleratore di particelle al mondo e che scienziati e scienziate utilizzano per rispondere alle domande più fondamentali sulla composizione e l’origine del nostro universo.
Schopper ha saputo far suo il pilastro “diplomatico” del CERN, quello di far collaborare pacificamente in ambito scientifico diversi Paesi, anche quelli non proprio in ottimi rapporti tra loro. È una missione che, ad esempio, gli è riuscita in Medio Oriente nel 2017, con la costruzione del laboratorio chiamato SESAME, in cui siedono allo stesso tavolo rappresentanti di Stati come Iran e Israele. Ancora oggi, dopo un secolo di vita, il professore si impegna affinché un analogo centro di ricerca venga creato nella regione dei Balcani.
Di cose da raccontare, naturalmente, ne ha tante altre. Vi invito quindi a leggere l’articolo del mio collega Zeno Zoccatelli e ad ascoltare direttamente dallo stesso Schopper alcuni aneddoti della sua lunga carriera, tra cui l’incontro con Papa Giovanni Paolo II.
- Trovate l’articolo e il video a questo link.
- Il nuovo progetto del CERN, la costruzione di un nuovo acceleratore di particelle, nell’articolo del mio collega Simon Bradley.
- Il sito del CERNCollegamento esterno e di SESAMECollegamento esterno (in inglese).
La nazionale elvetica di hockey su ghiaccio è stata citata in giudizio dalle autorità federali per uso improprio dello stemma svizzero.
Da anni le maglie delle nazionali di hockey portano fieramente un grande stemma elvetico sulla maglia. Diverse autorità avrebbero assicurato verbalmente alla Federazione che sarebbe stata autorizzata a utilizzare lo stemma con una deroga speciale, che però non è mai arrivata. A dicembre 2023 è invece arrivata una citazione in giudizio per uso improprio dello stemma.
La notizia, se non fosse vera, farebbe sorridere i molti tifosi della nazionale svizzera di hockey su ghiaccio. Invece è tutto vero. Per poter utilizzare lo stemma svizzero ci vuole un’autorizzazione della Confederazione. Lo stabilisce la legge del 2017 sulla protezione degli stemmi, a guardia dei quali c’è l’Istituto federale della proprietà intellettuale.
La notizia, curiosa, è stata data dal quotidiano zurighese Blick. La Federazione avrebbe dovuto richiedere una licenza entro il 2018 per continuare a utilizzare lo stemma sulle maglie della squadra. Cosa che non ha fatto (almeno nei tempi richiesti). Ora in aiuto arriva la politica: due mozioni – una inoltrata ieri e una oggi – chiedono la revisione della legge.
- La notizia rivelata dal BlickCollegamento esterno parzialmente ripresa da LiberaTvCollegamento esterno.
- Le mozioni di Matthias AebischerCollegamento esterno e David MüllerCollegamento esterno.
- Quando la nazionale svizzera perse la finale dei mondiali ai rigori. Un servizio della RSICollegamento esterno.
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