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L'entrata di una filiale della Postaa Berna.

Oggi in Svizzera

Care svizzere e cari svizzeri all'estero,

aumentano purtoppo anche in Svizzera i falsi allarmi bomba. L'ultimo ieri sera a Oberwinterthur, nel canton Zurigo, che ha costretto la polizia a sfollare un centinaio di persone.

Verso le 2 di notte, la polizia ha ricevuto una chiamata: "Un oggetto pericoloso si trova in un veicolo parcheggiato nella zona". Sul posto sono intervenuti anche gli artificieri della polizia con un robot ma non sono stati trovati esplosivi. L'allarme è rientrato prima di mezzogiorno. 

Simpatizzanti UDC in piazza contro i negoziati con l'UE.
Parlamentari UDC in piazza il 12 marzo scorso contro i negoziati con l’UE. KEYSTONE/© KEYSTONE / ANTHONY ANEX

I negoziati tra la Svizzera e l’Unione europea inizieranno ufficialmente lunedì prossimo.

Ci siamo. La presidente della Confederazione Viola Amherd si recherà lunedì 18 marzo a Bruxelles per incontrare la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Le tarttative si apriranno alla presenza dei capi negoziatori delle due parti. Viola Amherd incontrerà anche il vicepresidente della Commissione europea e responsabile del dossier delle relazioni con la Svizzera, Maros Sefcovic.

Il secondo passo sarà poi fatto a inizio estate quando Maros Sefcovic si recherà a sua volta a Berna per incontrare il consigliere federale Ignazio Cassis, capo del Dipartimento federale degli affari esteri per fare il punto sui negoziati e discutere il seguito dei lavori. I negoziati, se tutto procede come pianificato, dovrebbero concludersi entro la fine del 2024.

Il mandato negoziale, approvato dalle due parti, comprende accordi nuovi o aggiornati nei settori dell’elettricità, della libera circolazione delle persone e dei trasporti terrestri, come pure elementi istituzionali, come l’adozione dinamica del diritto europeo e il ruolo della Corte europea di giustizia nella risoluzione delle controversie.

In uno schermo le otto località che ospiteranno l'evento. Sportivo.
KEYSTONE/© KEYSTONE / ANTHONY ANEX

Europei di calcio femminile in Svizzera del 2025, il parlamento è più generoso del Consiglio federale.

Per l’organizzazione del Campionato europeo di calcio femminile – Women’s EURO 2025, WEURO 2025 che si terrà in Svizzera – il Consiglio federale ha deciso già da tempo di contribuire con 4 milioni di franchi. Oggi il Consiglio degli Stati, la camera dei Cantoni, a larga maggioranza (39 voti a favore e 3 astenuti) ha chiesto un contributo di 15 milioni di franchi. Non a caso.

Per l’occasione l’UEFA investirà 122 milioni di franchi, mentre i Cantoni e le città che ospiteranno le partite contribuiranno con altri 65 milioni. All’appuntamento sportivo sono attesi 700’000 visitatori e mezzo miliardo di spettatori che seguiranno le partite in tivù. L’Euro si terrà tra il 2 e il 27 luglio 2025, nelle città di Basilea, Berna, Ginevra, Lucerna, San Gallo, Sion, Thun e Zurigo.

A cosa serviranno i soldi della Confederazione? Lo ha spiegato la socialista bernese Flavia Wasserfallen. I finanziamenti federali serviranno per la comunicazione dell’immagine nazionale, per il finanziamento dell’offerta di biglietti integrati per i mezzi di trasporto pubblici, per la mobilità sostenibile e infine per la promozione del turismo.

L'entrata di una filiale della Postaa Berna.
KEYSTONE/©KEYSTONE/ PETER SCHNEIDER

Utile in calo per la Posta che chiede maggior libertà di movimento per affrontare le sfide di domani.

Sebbene in calo di 41 milioni di franchi, l’utile della Posta – di proprietà della Confederazione – si è comunque attestato a 254 milioni. Il motivo principale di questa erosione, spiega la Posta, è da attribuire soprattutto alla continua diminuzione dei volumi di lettere, pacchi e del traffico dei pagamenti.

La presentazione dei conti 2023 è stata anche l’occasione per il Consiglio di amministrazione e per il direttore Roberto Cirillo per esprimere il bisogno di maggior libertà per la Posta nello svolgimento della sua missione. Per ottenere più margine di manovra bisogna passare per forza da un intervento della politica.

Per il presidente del CdA, Christian Levrat, infatti, è necessario adeguare il quadro legale per affrontare le sfide attuali e future, pensiamo all’introduzione e all’implementazione dell’identità elettronica, della cartella informatizzata del paziente e dell’e-voting. Cirillo ha dal canto suo sottolineato le difficili condizioni normative della Posta: “Non vogliamo trasformarci in un museo, ma costruire la Posta di domani“.

Foto di rito di un coppia di sposi in riva a un lago.
KEYSTONE/© KEYSTONE / WALTER BIERI

Doppio cognome per coniugi e figli, la decisione del parlemento non è dietro all’angolo.

In Svizzera dal 2013 al momento del matrimonio, i coniugi devono decidere se mantenere il proprio cognome o scegliere quello del o della coniuge. I figli poi assumono il cognome di uno dei genitori. Secondo il diritto vigente, per una coppia sposata non è quindi possibile esprimere il proprio legame tramite il cognome, senza che uno dei due rinunci al suo.

Ora si vuole modificare la legge affinché si ritorni al doppio cognome. Ci vorrà però ancora del tempo. Oggi una maggioranza borghese del Consiglio nazionale ha deciso di rinviare l’intero progetto in commissione, con 116 voti a 70, affinché lo perfezioni e lo semplifichi. “Come è stato possibile passare da una proposta tanto semplice a un mostro come questo progetto?” si sono chiesti i politici di centro destra.

Il progetto ha infatti sollevato una serie di obiezioni nelle file dei partiti borghesi. Fra i nodi della discordia il trattino o meno fra i due cognomi e non ha convinto neppure la possibilità del doppio cognome anche per i figli. Il progetto aveva invece i favori della sinistra. Secondo loro la revisione mira a eliminare la pressione sociale sulle donne, che nel 75% dei casi prendono il cognome del marito. La nuova legislazione non dovrebbe favorire nessuno, ma fornire maggiore libertà, tenendo conto degli sviluppi della società.

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