Oggi in Svizzera
Care espatriate e cari espatriati,
ci sono ricascati un’altra volta. Oltre Atlantico continuano a confondere la Svizzera con la Svezia. C’è cascato, ultimo in ordine di tempo, anche il Dipartimento di Stato USA che in un video pubblicato a margine della visita di Antony Blinken in Francia ha mostrato una cartina dell’Europa in cui la nazione al centro del Vecchio Continente, tra Germania e Italia, veniva incautamente indicata con il nome di “Sweden”.
Nazione con la quale possiamo condividere tutt’al più una tradizione di grandi campioni nel tennis e costumi morigerati e virtuosi nella vita pubblica. Ma occorrerebbe ricordare alle amiche e agli amici americani che nella regione alpina non sono particolarmente di moda le aringhe.
Del resto anche il ministero del turismo svedese aveva avuto modo di ironizzare recentemente con la persistenza di questa confusione all’estero. Per le altre notizie odierne vi invito a proseguire nella lettura.
Continua inarrestabile l’incremento della popolazione in Svizzera: l’anno scorso è infatti aumentata dell’1,6% arrivando a 8,96 milioni di persone.
L’aspetto su cui si è voluto soffermare l’Ufficio federale di statistica è che l’incremento demografico del 2023 è stato quasi due volte superiore a quello dell’anno precedente (+0,9%) e il più significativo dall’inizio degli anni Sessanta.
L’aumento dei residenti permanenti, secondo l’analisi degli esperti/e, è da ricondurre essenzialmente – nella misura del 95% – al saldo migratorio, che è risultato il più alto mai registrato nella Confederazione. Al netto delle e dei profughi ucraini, titolari del permesso speciale S, il bilancio tra arrivi e partenze di persone straniere (89’200) è progredito in un anno del 29,6% (nella misura del 44,9% sulla scia dei flussi migratori con l’UE).
Il numero di persone straniere che vivevano stabilmente in Svizzera ha raggiunto a fine anno quota 2,42 milioni, ovvero il 27,0% della popolazione residente permanente. L’UST rileva che la popolazione straniera aumenta più rapidamente di quella di nazionalità svizzera (il +5,2% contro il +0,4%). Al contempo gli svizzeri e le svizzere che hanno lasciato il Paese sono stati meno rispetto al 2022 (-1,8%), mentre sono stati più numerosi quelli che vi sono tornati (+1,4%).
- L’articolo pubblicato su tvsvizzera.it e rsi.chCollegamento esterno.
- L’approfondimento della collega Pauline Turuban su swissinfo.ch.
- La notaCollegamento esterno dell’Ufficio federale di statistica (UST).
L’inflazione in Svizzera è tornata a livelli che non si vedevano dal settembre 2021, vale a dire diversi mesi prima dello scoppio della guerra in Ucraina.
A fine marzo, ha indicato oggi l’Ufficio federale di statistica (UST), i prezzi sono cresciuti solo dell’1,0% rispetto a 12 mesi fa, ben al di sotto di quanto stimato dagli economisti/e che pronosticavano un incremento tra l’1,2% e l’1,5%. Si è quindi consolidata la tendenza (+1,3% a gennaio e +1,2% a febbraio) alla diminuzione dell’inflazione dopo il picco toccato nell’estate 2022 (+3,5%).
Più nel dettaglio l’UST spiega che il risultato di fine marzo è il frutto di tendenze opposte: i prezzi dei viaggi e dei trasporti aerei sono aumentati, così come quelli degli indumenti e delle calzature ma sono diminuiti quelli del settore paralberghiero e delle automobili. I corrispettivi dei prodotti indigeni sono diminuiti dello 0,2% in un mese ma sono aumentati dell’1,8% in un anno mentre quelli dei beni importati sono saliti dello 0,7% in 30 giorni e sono arretrati dell’1,3% in 12 mesi.
A giudizio degli esperti/e l’allentamento della pressione sui prezzi apre ulteriori margini di manovra per la Banca nazionale (BNS) dopo il recente taglio (a sorpresa) di un quarto di punto del tasso di riferimento, dall’1,75% all’1,5%: la prospettiva attuale è di due altri interventi dell’istituto di emissione a giugno e a settembre che dovrebbero portare l’indice guida all’1,0%.
- La notizia riportata da tio.chCollegamento esterno.
- L’aumento dei prezzi percepito dalla popolazione resta però alto, indicava un paio di mesi fa rsi.chCollegamento esterno.
- La nota del sito della ConfederazioneCollegamento esterno.
Pur essendo conosciuto nel mondo per le sue stazioni turistiche alpine il Canton Grigioni intende diventare la prima destinazione mondiale dello sci di fondo.
Il progetto “Aufbauprogramm graubünden Nordic” (progetto di sviluppo dello sci di fondo), che gode del sostegno delle autorità cantonali, coinvolge le organizzazioni turistiche di Davos Klosters, Lenzerheide, Engadina Bassa, Engadina Alta e Sedrun Disentis per la realizzazione una rete di piste variate dotate di buone infrastrutture, segnaletica capillare e strutture alberghiere adeguate per le e gli appassionati di questa disciplina sportiva.
L’obiettivo dichiarato è di far diventare lo sci nordico un fenomeno turistico di massa e promuovere il cantone alpino trilingue in questo segmento di mercato che conosce un numero crescente di cultori.
Il Governo retico sostiene il progetto di Grigioni Vacanze di 2,18 milioni di franchi con un contributo di 620’000 franchi. Il finanziamento pubblico, indica una nota, rientra nel quadro della nuova politica regionale della Confederazione (NPR), i cui contributi sono a carico, in parti uguali, della Confederazione e del Cantone.
- L’iniziativa grigionese illustrata da ticinonews.chCollegamento esterno.
- Una panoramica delle piste di sci nordicoCollegamento esterno nel cantone trilingue.
- Il comunicatoCollegamento esterno del Governo retico.
Da sabato il personale di Swiss sarà tenuto ad annunciare la propria assenza su un volo da o per Israele almeno sette giorni prima del decollo.
La decisione è stata presa dalla compagnia aerea dopo il crescente numero di piloti e assistenti di volo che rifiutano turni su aerei diretti in Medio Oriente, per i timori suscitati dal conflitto in corso a Gaza. Non sono rare infatti le cancellazioni e le sostituzioni di collaboratori e collaboratrici all’ultimo minuto che mettono a rischio l’effettuazione del servizio di trasporto.
Questa situazione, ha fatto sapere la società controllata da Lufthansa, sta creando problemi di pianificazione dei voli e impone una modifica delle procedure.
Dal prossimo mese Swiss tornerà a servire la rotta Zurigo-Tel Aviv con due voli quotidiani (oggi ce n’è solo uno) che costringe gli equipaggi a pernottare nella capitale israeliana.
In proposito, ha assicurato la compagnia elvetica, viene monitorata costantemente la situazione da parte di esperti, secondo i quali non vi sono però attualmente rischi particolari.
- La notizia riferita da blue NewsCollegamento esterno.
- Intanto sui voli di Swiss è in atto una rivoluzione “estetica”, come riporta rsi.chCollegamento esterno.
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