Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
ormai, per assistere all'aurora boreale, sembra non essere più indispensabile fare viaggi di migliaia di chilometri verso il Polo Nord. Ma per vedere questo spettacolo della natura c'è comunque bisogno di trovarsi nel posto giusto al momento giusto e, a volte, si tratta di una montagna delle Prealpi Svizzere alta oltre 2'000 metri.
Chi la notte scorsa ha avuto la fortuna di trovarsi sul Säntis, sul confine tra i Cantoni Appenzello Interno, Esterno e San Gallo, ha infatti avuto la possibilità di vedere le bande luminose che tipicamente assumono colori e forme diverse. Il fenomeno è dovuto a effetti ottici provocati dall'entrata nell'atmosfera di quello che viene definito vento solare composto di particelle cariche, principalmente protoni ed elettroni. L'ultima volta che aurore boreali sono state osservate in Svizzera risale al 5 novembre scorso, ha riferito MeteoSvizzera.
Vi lascio ora alle altre notizie del giorno. Buona lettura!
Trentaquattro nuove reclute della Guardia svizzera pontificia, accompagnate dai propri familiari, hanno prestato oggi il solenne giuramento nel Cortile di San Damaso del Palazzo Apostolico in Vaticano.
“Questo giorno giunge per me sempre atteso e gradito, perché mi offre l’occasione di esprimere pubblicamente il mio ‘grazie’ per la presenza e il servizio della Guardia Svizzera. Prima di tutto per la presenza: una presenza che si distingue per la qualità, per lo stile gentile, attento, anzi scrupoloso – ha sottolineato il Papa – e naturalmente poi per il servizio quotidiano, sempre generoso e solerte”.
Ogni anno, le nuove guardie prestano giuramento in occasione dell’anniversario del sacco di Roma, quando 147 Guardie svizzere persero la vita per difendere Papa Clemente VII contro l’esercito dell’imperatore Carlo V. Le guardie giurano di proteggere e difendere il Papa in carica e tutti i suoi legittimi successori, anche a rischio della propria vita, come hanno fatto in passato i valorosi e fedeli antenati.
All’evento ha presenziato una delegazione elvetica guidata dalla presidente della Confederazione Viola Amherd con il presidente del Consiglio nazionale Eric Nussbaumer e la presidente del Consiglio degli Stati Brigitte Eva Herzog.
- La notizia su TVS tvsvizzera.it e rainews.itCollegamento esterno.
- Chi può far parte delle Guardie svizzere? Di cosa si occupano? I dettagli su SWI swissinfo.ch.
- Sempre su SWI swissinfo.ch qualche curiosità sulle armature delle Guardie pontificie.
- L’intervista del Corriere del TicinoCollegamento esterno alla presidente Viola Amherd sull’incontro con papa Francesco.
- Il sito ufficialeCollegamento esterno della Guardia svizzera pontificia.
Victorinox, la casa madre del coltellino svizzero famoso in tutto il mondo, sta valutando di produrre un modello senza lama. Una necessità dettata dal moltiplicarsi di divieti relativi all’arma bianca in un numero sempre maggiore di Paesi.
Nel Regno Unito e in alcuni Paesi asiatici, possono avere con sé un coltello solo le persone che ne hanno bisogno per il loro lavoro o per attività all’aperto. Nelle città, il porto di coltelli da tasca è fortemente limitato. Carl Elsener, amministratore delegato dell’impresa, immagina uno strumento multifunzionale che possa essere utilizzato, ad esempio, dai ciclisti.
Non è la prima volta che l’azienda è confrontata con il fatto che la lama di un coltello da tasca sia considerata un’arma potenziale. Dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 negli Stati Uniti, le vendite di questi oggetti sono crollate di oltre il 30% da un giorno all’altro, ha ricordato il ceo di Victorinox. “L’11 settembre ci ha dolorosamente dimostrato che non dobbiamo dipendere da un solo settore di attività“, ha sottolineato.
L’azienda esporta l’80% dei coltelli da tasca, da cucina, professionali come anche orologi prodotti in Svizzera. Il resto viene venduto sul mercato interno.
- Ne parliamo su TVS tvsvizzera.it.
- L’intervista (in tedesco) sul portale del BlickCollegamento esterno.
- In Giappone un uomo è stato condannato per un coltellino svizzero: un approfondimento SWI swissinfo.ch su come il mondo vede il coltellino svizzero.
- E la Svizzera, come coniuga la passione per le armi e la sicurezza? Sempre su SWI swissinfo.ch.
Quando si tratta di cambiare sede, scegliendo un cantone piuttosto che un altro, le aziende svizzere optano per il Vallese, mentre il Ticino è al secondo posto.
Considerando i trasferimenti di società avvenuti nel 2023, la migrazione netta (ossia le partenze meno gli arrivi) è infatti stata di 118 ditte nel Canton Vallese e 72 nel Canton Ticino. I dati emergono da un’analisi del registro di commercio pubblicata da Crif, società attiva nel campo dell’azione anti-frode, dei controlli di solvibilità e dell’informazione per aziende e privati.
Dopo Vallese e Ticino seguono San Gallo (67), Turgovia (58), Friburgo (38), Basilea Città (31) e – in settima posizione – Grigioni (30). La regione fra Airolo e Chiasso ha accolto le imprese trasferitesi soprattutto da Grigioni (39), Zurigo (pure 39) e Zugo (35).
L’anno scorso sono state complessivamente 43’055 le aziende che hanno spostato il loro domicilio fra una zona e l’altra della Confederazione, un numero superiore del 2,4% a quello del 2022. L’83% dei trasferimenti è avvenuto all’interno dello stesso cantone. Le realtà con la maggiore emigrazione netta sono state Vaud (-73), Lucerna (-63), Zurigo (-54) e Zugo (-41).
- Ne parla tio.chCollegamento esterno.
- Il sito della società CrifCollegamento esterno che ha analizzato i dati.
- Sul sito dell’Amministrazione federaleCollegamento esterno, i dettagli sul trasferimento di sede di un’azienda.
La criminalità nel web è un fenomeno in crescita: nel secondo semestre del 2023, l’Ufficio federale della cibersicurezza (UFCS) ha ricevuto 30’331 notifiche di ciberincidenti a fronte di 16’951 per lo stesso periodo del 2022.
Tra i tentativi di truffa più comuni figurano le offerte d’impiego farlocche e telefonate di finti agenti di polizia; come anche numerose “truffe del CEO”, un fenomeno di raggiro che prende di mira i collaboratori di una società addetti ai pagamenti. Quest’ultimi vengono indotti ad effettuare versamenti su richieste via email in arrivo da un superiore gerarchico cui è stata sottratta l’identità. “Le segnalazioni di incidenti informatici con danni aumentano in media del 30% all’anno”, ha affermato il direttore dell’UFCS, Florian Schütz, precisando che nel confronto internazionale, “la Svizzera si situa nella media”.
Stando ai dati forniti dall’UFCS, oltre alle truffe più comuni, anche il numero di annunci di phishing è più che raddoppiato rispetto all’anno precedente, passando da 2’179 nel 2022 a 5’536 nel 2023, sottolinea l’UFCS. Va menzionato in particolare il cosiddetto phishing a catena: si utilizzano caselle di posta elettronica compromesse per inviare email a tutti gli indirizzi registrati. Poiché i destinatari conoscono l’indirizzo elettronico del mittente è più probabile che cadano nella trappola. La casella di posta elettronica del destinatario viene quindi violata a sua volta e l’elenco dei contatti viene utilizzato come prima.
L’UFCS ha anche ricevuto un numero crescente di segnalazioni di tentativi di frode che utilizzano l’intelligenza artificiale. Sebbene il numero di segnalazioni in questo settore sia ancora relativamente basso, secondo l’UFCS siamo confrontati con i primi tentativi di esplorare l’uso criminale dell’IA per realizzare futuri attacchi informatici.
- La notizia su RSI NewsCollegamento esterno.
- Il rapportoCollegamento esterno dell’UFCS.
- La Svizzera è tra le mete più ghiotte per gli hacker.
- Un caso recente: vittime i media.
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