Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
mi danno sempre della "fifona" quando, durante le passeggiate in montagna, mi muovo con estrema cautela in presenza di mucche al pascolo. La recente cronaca, però, mi ha dato ragione: una donna nel canton Grigioni è rimasta gravemente ferita dopo aver cercato di recuperare i suoi cani, fuggiti durante una passeggiata e introdottisi in mezzo a una mandria di vacche nutrici con vitelli al seguito. Quando la 55enne è entrata nel recinto dove si trovavano le mucche, queste l'hanno attaccata, ferendola gravemente. Un'ulteriore prova del fatto che la cautela, anche in presenza di bestie all'apparenza mansuete, non è mai troppa.
Buona lettura!
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L’amministrazione federale ha avuto grossi problemi informatici nella mattinata di giovedì. A causarli sono stati probabilmente diversi cyberattacchi legati alla Conferenza di pace sull’Ucraina che si terrà questo finesettimana al Bürgenstock (canton Nidvaldo), stando a quanto comunicato dall’Ufficio federale della cybersicurezza (UFSC).
Secondo l’UFSC, tali attacchi di sovraccarico – noti pure come DDoS – rientrano nella prevista recrudescenza, e attualmente non ci sono minacce acute. Questi DDoS hanno provocato interruzioni minori a siti web dell’amministrazione e delle organizzazioni coinvolte nella conferenza. Tuttavia, il funzionamento delle unità colpite non è stato compromesso in modo significativo. A risentirne particolarmente sono stati i servizi doganali e, a causa della situazione eccezionale, le dichiarazioni doganali sono passate a una procedura di emergenza.
In vista del vertice, la Confederazione ha messo in atto una serie di dispositivi di sicurezza. Tra queste il ricorso ai servizi non solo delle polizie cantonali e di quella federale, ma anche di 4’000 soldati dell’esercito. Altre misure sono state mese in atto contro minacce e pericoli nucleari, biologici e chimici.
Lo spazio aereo nell’area intorno al Bürgenstock è sotto stretta sorveglianza, vengono monitorate possibili attività di spionaggio, attacchi ai sistemi di comunicazione (con l’implementazione di un sistema in grado di funzionare anche in caso di guasto alla rete di telecomunicazione GSM) e cyberattacchi (secondo l’UFSC il rischio di attacchi a infrastrutture critiche è “elevato”).
- La notizia riportata da tvsvizzera.it.
- I cyberattacchi, come rivelava tre giorni fa il ministro degli esteri svizzero Ignazio Cassis, sono iniziati già diverse settimane fa.
- Da SWI Swissinfo, un articolo del mio collega Giannis Mavris: “Come la conferenza sull’Ucraina organizzata dalla Svizzera punta a trovare la via della pace”.
Sono almeno 400’000 le persone sovra-indebitate in Svizzera: a rivelarlo sono le testate di Tamedia che si basano su dati forniti da CRIF, società attiva nel campo dell’azione anti-frode, dei controlli di solvibilità e dell’informazione per aziende e privati.
L’analisi delle cifre ha rivelato che i comuni con la più alta percentuale di persone indebitate si trovano nei cantoni di Neuchâtel, Vaud, Ticino e Berna. A capitanare l’elenco è Perrefitte (canton Berna), con una quota di persone inadempienti del 17,2%. Seguono Les Verrières (Neuchâtel) con il 16,8%, Vallorbe (Vaud) con il 16,7%, e Bodio (Ticino), che mette a referto il 16,2%.
Stabilire esattamente perché le cifre siano più alte in alcune città e quartieri è difficile da dire, mettono in guardia le testate di Tamedia. La situazione debitoria è spesso legata al benessere sociale e al tasso di disoccupazione e ha poco a che fare con le regioni linguistiche e i fattori culturali, spiega Pascal Pfister, direttore di Schuldenberatung Schweiz, l’organizzazione federativa di 43 istituzioni elvetiche che offrono servizi di consulenza e assistenza a persone che si trovano in difficoltà finanziarie. “Il fattore esplicativo è lo status socio-economico”. Più questo è basso, più è probabile l’indebitamento.
Dalle cifre è emerso che ci sono notevoli differenze tra i sessi: i più propensi a indebitarsi sono gli uomini, che rappresentano i due terzi delle 400’000 persone indebitate. Infine, che si tratti di uomini o donne, il rischio maggiore d’indebitarsi si corre quando si deve affrontare una crisi (perdita del lavoro, malattia o fine di una relazione). Secondo Pfister, queste situazioni sono particolarmente devastanti in combinazione con un reddito basso e con una mancanza di competenze finanziarie. Ad essere particolarmente colpite, aggiunge, sono le famiglie monoparentali.
- La notizia riportata da tvsvizzera.it.
- Dagli archivi di SWI Swissinfo.ch, un articolo della mia collega Marie Vuilleumier: “Primo passo per combattere il sovraindebitamento”.
- Dal Consiglio federale, nuove possibilità di risanamento per le persone indebitateCollegamento esterno.
La Svizzera ha raccolto un numero record di riconoscimenti ai campionati europei di atletica di Roma, che si sono conclusi ieri, mercoledì: nove medaglie, di cui quattro ori (un exploit valso alla Confederazione il quinto posto nel medagliere) e 18 piazzamenti tra i primi otto.
Il record precedente risale a Monaco 2022 (sei medaglie, 14 posti nella Top 8 e dodicesima posizione nel medagliere). Gli exploit, però, non si fermano qui: se in passato i titoli individuali non sono mai stati più di uno, questa volta se ne contano quattro.
Nell’arco di 20 anni, si legge sul portale RTS Info, la Svizzera è passata dall’essere un “nessuno” a diventare una delle grandi nazioni europee dell’atletica leggera. Sono diverse le ragioni di questa progressione, secondo il responsabile Performance Sport di Swiss Athletics Philipp Bandi, scouting in primis. Quasi tutti gli atleti che hanno brillato a Roma sono stati scoperti durante eventi per le nuove leve come, per esempio, la UBS Kids Cup.
Oggi il numero di persone che pratica atletica non è più alto rispetto al passato, ma c’è una maggiore concentrazione di talenti, aggiunge Bandi. Senza dimenticare gli allenatori e le allenatrici che stanno dietro ai successi degli atleti e delle atlete: in passato molti sceglievano di lavorare all’estero, ma oggi non è più così. “Disponiamo di allenatori efficienti e molto preparati”, dice.
- La notizia e l’intervista a Philipp Bondi sul portale RTS InfoCollegamento esterno (in francese).
- Tutte le notizie sulle performance atletiche elvetiche sulla pagina di Swiss AthleticsCollegamento esterno.
- Dagli archivi di SWI Swissinfo.ch: “Gli svizzeri che hanno scritto la storia delle Olimpiadi”.
Il Consiglio nazionale ha approvato oggi una mozione del senatore vallesano Christophe Clivaz, rappresentante dei Verdi, che chiede il divieto in Svizzera delle sigarette elettroniche monouso.
Nel suo intervento, il vallesano ha esibito una di queste “puff bar”, ricordando come questa sigaretta elettronica non ricaricabile e monouso sia un prodotto colorato e attrattivo con i suoi aromi zuccherati al sapore di frutta. I produttori, praticamente tutti cinesi, si rivolgono quindi direttamente ai giovani. Gli ambienti della prevenzione del tabagismo, ma anche gli insegnanti, sono molto preoccupati per queste “bombe di nicotina”, ha aggiunto Clivaz. Queste sigarette, giunte sul mercato svizzero nel 2020, sono inoltre un grosso problema dal punto di vista ecologico poiché finiscono perlopiù nella pattumiera o nell’ambiente, nonostante contengano componenti plastiche, elettroniche e chimiche.
Nel suo intervento, la consigliera federale Elisabeth Baume-Schneider ha detto che il Governo è cosciente del problema. L’8% dei e delle 15-19enni ne fa uso almeno una volta al mese. Si tratta di prodotti che creano rapidamente una dipendenza e contengono sostanze cancerogene. Qualcosa però si muove: la legge federale sui prodotti del tabacco e sulle sigarette elettroniche, la cui entrata in vigore è prevista per il prossimo autunno, ne vieta la vendita ai minorenni, ha ricordato la ministra della sanità. Sono anche previste restrizioni per la pubblicità.
In merito ai problemi ambientali, Baume-Schneider ha sottolineato come il Governo teoricamente disponga già di una base legale per vietare i prodotti monouso. Nel caso specifico occorrerebbe tuttavia esaminare la compatibilità di un simile provvedimento con gli impegni internazionali assunti dalla Confederazione. Viste le questioni ancora aperte, quindi, per la consigliera federale la mozione è prematura. Il plenum, però, non l’ha seguita e ha accolto la mozione 122 voti contro 63 e 4 astenuti. L’oggetto passa ora all’esame del Consiglio degli Stati.
- La notizia riportata dal portale RSI InfoCollegamento esterno.
- Dagli archivi di tvsvizzera.it: “La piaga delle sigarette elettroniche usa e getta”.
- Un altro articolo di archivio di tvsvizzera.it: “Scuole in allarme per le sigarette elettroniche”.
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