
Oggi in Svizzera
Care svizzere e cari svizzeri all'estero
Il periodo natalizio è frenetico e costoso: questo vale anche per i negoziati tra la Svizzera e l'Unione Europea, che devono concludersi prima delle feste. Tuttavia, l'importo dei contributi di coesione non è ancora stato definito, con centinaia di milioni di franchi in gioco.
Anche in altri settori della politica federale c'è molto da fare. Vi riporto una decisione della sessione del Parlamento che potrebbe essere di particolare interesse per voi: riguarda la raccolta di firme online.
Cari saluti da Berna

Il divieto di Hamas e la raccolta di firme online sono state le decisioni più importanti del Parlamento.
La messa al bando di Hamas è stata discussa oggi in Parlamento. Dopo il Consiglio degli Stati, anche il Consiglio nazionale ha votato a favore del divieto. L’obiettivo del bando è quello di impedire l’ingresso in Svizzera di persone associate all’organizzazione terroristica o di facilitarne l’espulsione, nonché d’interrompere i flussi di denaro di Hamas.
Chi si oppone al divieto teme che possa innescare un effetto domino e che anche altre organizzazioni possano essere messe al bando. Oggi il Consiglio nazionale avrebbe dovuto discutere anche di un provvedimento nei confronti della milizia sciita Hezbollah, ma non c’è stato abbastanza tempo.
Inoltre, il Consiglio degli Stati ha approvato oggi una mozione che interessa la Quinta Svizzera: il testo chiede al Governo di creare le basi legali per la raccolta di firme digitali (e-collecting). Ciò consentirebbe alle cittadine e ai cittadini svizzeri all’estero registrati agli uffici elettorali in patria di partecipare alla raccolta di firme. Il Consiglio nazionale dovrà decidere in merito.
- L’articolo di WatsonCollegamento esterno (in tedesco) sul divieto di Hamas.
- L’articolo RSI InfoCollegamento esterno sull’e-collecting.

Negoziati con l’UE: la Confederazione dovrà versare 350 milioni di franchi all’anno come contributo di coesione.
I negoziati tra Berna e Bruxelles sono nella fase finale. La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen si recherà in Svizzera poco prima di Natale per concludere i negoziati, scrive la Radiotelevisione della Svizzera tedesca SRF sul suo sito. Almeno così si dice a Berna e a Bruxelles.
Affinché i colloqui si concludano, è necessario raggiungere un accordo sui contributi di coesione. Si tratta dei finanziamenti che la Svizzera offre ai Paesi più poveri dell’UE orientale per poter partecipare al mercato unico europeo.
L’importo esatto non è ancora stato definito. Secondo una ricerca di SRF, il contributo elvetico dovrebbe ammontare a 350 milioni di franchi all’anno. Si tratta di un importo notevolmente superiore a quello precedente, pari a 130 milioni di franchi. L’importo esatto sarà però probabilmente determinato solo all’ultimo momento dei negoziati, scrive SRF.

L’alfabetizzazione mediatica della popolazione svizzera non è buona, secondo un nuovo studio.
Quando leggete il giornale o ascoltate la radio, riuscite a capire se un articolo è una notizia, l’opinione di un giornalista o una pubblicità? Secondo un nuovo studio dell’Ufficio federale delle comunicazioni, molte persone in Svizzera hanno difficoltà a riconoscerlo.
Al sondaggio rappresentativo hanno partecipato 3’000 persone nella Svizzera tedesca e francese. Il risultato è sconfortante: hanno ottenuto 6 punti su 19 possibili. Alle persone intervistate è stato chiesto di valutare l’importanza di diverse notizie per la politica e la società svizzera. Dovevano inoltre decidere se un articolo fosse una notizia, un commento, una pubblicità o addirittura una fake news.
I risultati mostrano che i germanofoni, gli uomini e le persone più istruite hanno un livello di alfabetizzazione mediatica più elevato rispetto ai francofoni, alle donne e alle persone meno istruite.
È interessante notare che i e le partecipanti hanno trovato più facile sfatare i post di notizie dubbie sui social media, dove la loro alfabetizzazione risulta essere migliore rispetto a quella mediatica.
- La notizie riportata dal Tages-AnzeigerCollegamento esterno (in tedesco).
- Ne parla anche tvsvizzera.it.

Caduta del regime di Bashar al-Assad: cosa succede ai beni siriani congelati in Svizzera?
Il dittatore siriano Bashar al-Assad è stato rovesciato dalle forze ribelli ed è fuggito a Mosca con la sua famiglia. Nel frattempo, 99 milioni di franchi di beni siriani sono stati congelati in conti nella Confederazione, come ha dichiarato al quodiziano zurighese Neue Zürcher Zeitung (NZZ) la Segreteria di Stato per gli Affari economici.
Dopo lo scoppio della guerra civile siriana nel 2011, il Consiglio federale ha seguito l’UE e ha imposto sanzioni contro la Siria. Novantanove milioni di franchi sono molti soldi, ma erano ancora di più nel 2013, quando la Segreteria di Stato dell’economia (SECO) ne segnalava 130. Cosa è successo allora?
La SECO cita come motivi la diminuzione del valore dei depositi di titoli, gli effetti dei tassi di cambio o il fatto che le persone e le organizzazioni interessate potrebbero essere state nel frattempo rimosse dall’elenco delle sanzioni. Quest’ultimo è attualmente di 72 pagine e viene costantemente aggiornato. I milioni rimarranno bloccati per il momento. “Finché le sanzioni dell’UE contro la Siria rimarranno in vigore, anche la Svizzera potrà mantenere le sue”, afferma la SECO.
- L’articolo della NZZ Collegamento esterno(in tedesco, a pagamento).
- La notizia riportata dal Corriere del TicinoCollegamento esterno.

La foto del giorno
KKS: queste tre lettere in Svizzera sono facilmente riconoscibili e stanno per Karin Keller-Sutter. L’attuale ministra delle Finanze è stata eletta oggi dall’Assemblea federale, con 168 voti validi su 203, come presidente della Confederazione elvetica per il 2025. Il suo vice sarà il ministro dell’Economia Guy Parmelin.

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