Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
Con l'avvicinarsi della fine dell'anno arriva a termine anche il mandato della Svizzera come membro non permanente del Consiglio di sicurezza dell'ONU. L'ambasciatrice svizzera alle Nazioni Unite a New York traccia oggi un bilancio di quanto fatto dalla Confederazione in questi due anni.
Parleremo anche di un'altra ambasciatrice, Callista Gingrich, che è stata nominata da Trump come nuova rappresentante degli Stati Uniti in Svizzera.
Il nostro bollettino comincia però con il tema più caldo del momento, l'accordo tra Svizzera e Unione Europea presentato la scorsa settimana. Da allora, sui giornali elvetici non si è smesso di discutere delle conseguenze e delle prospettive dell'intesa.
Buona lettura!
La stampa continua a discutere dei contenuti dell’accordo raggiunto tra la Svizzera e l’Unione Europea e delle sue conseguenze a livello politico, economico e accademico.
“È un bel regalo di Natale”, afferma ai microfoni della RTS Martin Vetterli, presidente uscente del Politecnico federale di Losanna (EPFL) parlando dell’accordo tra Berna e Bruxelles, che permetterebbe alla Svizzera di partecipare nuovamente a pieno titolo ai programmi dell’UE per la formazione, la ricerca e l’innovazione come Horizon Europe, Erasmus +, Euratom e altri.
Una clausola prevede inoltre che le tasse universitarie di studentesse e studenti europei e svizzeri siano equiparate. “È una buona notizia”, dice Vetterli, che però potrebbe portare a un aumento generalizzato delle tasse universitarie in Svizzera, dato che il mondo accademico elvetico è attualmente in difficoltà finanziarie.
Un impatto sui portafogli della popolazione svizzera potrebbe averla anche l’intesa raggiunta con l’UE sull’elettricità. Secondo l’accordo, in futuro le economie domestiche elvetiche potranno scegliere il proprio fornitore di corrente elettrica, mentre ora sono obbligate a rifornirsi dal fornitore para-pubblico della propria regione.
Questa fine del monopolio potrebbe far risparmiare, a causa di una maggiore concorrenza. Non tutti, però, sono convinti che succederà. Attualmente, infatti, in media nell’UE l’elettricità è più cara che in Svizzera.
Un tema che potrebbe far naufragare gli accordi tra Confederazione e UE è la libera circolazione delle persone, con la Spada di Damocle dell’iniziativa dell’Unione democratica di Centro (UDC, destra conservatrice) “No a una Svizzera da 10 milioni!”.
Quest’ultima minaccerebbe la via bilaterale con Bruxelles e il partito Il Centro vuole quindi presentare una controproposta più flessibile da sottoporre al popolo, che rispetti l’intesa con l’UE e al contempo preservi il mercato del lavoro elvetico. In caso di immigrazione eccessiva, la Confederazione e i Cantoni potrebbero limitare il numero di lavoratori e lavoratrici dall’estero per regione o settore economico.
- L’intervista a VetterliCollegamento esterno e le conseguenze dell’accordo sul mercato dell’elettricitàCollegamento esterno su RTS
- La proposta del CentroCollegamento esterno sulla NZZ
La nuova ambasciatrice degli Stati Uniti in Svizzera sarà
Callista Gingrich, già rappresentante degli USA in Vaticano durante la prima amministrazione Trump.
“Sono lieto di annunciare che Callista Gingrich sarà la nostra prossima ambasciatrice degli Stati Uniti in Svizzera”, ha scritto Donald Trump ieri sera su Truth Social.
Gingrich è di spiccate vedute conservatrici. La diplomatica è sposata con Newt Gingrich, ex speaker della Camera dei rappresentanti e fedele alleato di Trump. Insieme presiedono una casa di produzione multimediale che pubblica film, documentari e libri di carattere politico e pubblico, incentrati sulla storia americana e sul carattere “eccezionale” del Paese.
Durante una convention del partito repubblicano la scorsa estate, ricorda il New York Times, Callista Gingrich ha accusato il presidente Joe Biden di attaccare la libertà religiosa e ha lodato invece Trump per aver portato alla Corte suprema statunitense dei giudici “impegnati nel proteggere il nostro diritto di culto, conferitoci da Dio”.
- La notizia della nomina di Gingrich su SWI swissinfo.ch e New York TimesCollegamento esterno
Giunge al termine il mandato della Svizzera quale membro non permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. L’agenzia Keystone-ATS ha intervistato l’ambasciatrice all’ONU a New York Pascale Baeriswyl per tracciare un bilancio.
In due anni la Confederazione ha partecipato a circa 810 riunioni dell’organo più potente delle Nazioni Unite. Ha promosso o co-diretto sette risultati concreti, tra cui quattro risoluzioni; tra queste figurano due testi in ambito umanitario – uno dei temi su cui più ci si aspettava dalla Svizzera – tra cui una sulla protezione del personale umanitario e dell’ONU. Ha anche contribuito al rinnovo di missioni politiche.
“Abbiamo cercato di gestire tutto ciò e siamo riusciti – ne sono orgogliosa – a riunire il Consiglio diverse volte”, afferma la Baeriswyl all’agenzia Keystone-ATS. “Ad esempio su una dichiarazione di sostegno all’UNIFIL, la Forza di interposizione in Libano delle Nazioni Unite, dopo che sono state colpite svariate postazioni dei Caschi blu.” L’ambasciatrice aggiunge che “i membri eletti e quelli permanenti hanno apprezzato la calma che la Svizzera ha apportato ai dibattiti.”
In relazione al vertice sull’Ucraina dello scorso giugno sul Bürgenstock, in Svizzera, Berna ha subito poche critiche quanto alla sua neutralità, ricorda l’ambasciatrice, con l’eccezione della Russia. Mosca è anche stata l’unica a declinare un invito ai membri del Consiglio di venire a Ginevra. La Svizzera ha invece attirato critiche soprattutto per la sua posizione sul Medio Oriente: in particolare la decisione di astenersi sul riconoscimento di uno Stato palestinese è stata presa di mira da diverse organizzazioni non governative (ONG).
• L’intervista a BaeriswylCollegamento esterno di Keystone-ATS ripresa dal Corriere del Ticino
Foto del giorno
La centenaria Badhütte di Rorschach, bagno pubblico costruito su una palafitta sulla riva svizzera del lago di Costanza, ha preso fuoco nelle prime ore di questa mattina.
Con il suo ristorante, è un’istituzione della città sul lago, un luogo di incontro per persone giovani e anziane. L’incendio “è una catastrofe per Rorschach e la sua popolazione”, ha detto il sindaco, Robert Raths.
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