Oggi in Svizzera
Care lettrici e cari lettori,
Nonostante il numero di nuovi richiedenti l'asilo sia in calo, la pressione sui Comuni per accogliere persone migranti rimane intensa. È questa l'opinione del responsabile dell'Associazione dei Comuni svizzeri, che ha lanciato l'allarme sulla stampa domenicale.
Nel nostro bollettino parliamo anche della protezione dei salari elvetici, un ostacolo nelle discussioni sugli accordi bilaterali tra la Confederazione e l'Unione Europea.
Infine, esaminiamo la nuova piramide alimentare della Confederazione, che sta ricevendo buoni voti dalle organizzazioni ambientaliste.
Buona lettura!
“Il sistema di asilo rischia di crollare”, ha avvertito Claudia Kratochvil, nuova direttrice dell’Associazione dei Comuni svizzeri, alla NZZ am Sonntag. Molti Comuni non sanno più dove ospitare le e i richiedenti l’asilo, ha avvertito.
“L’uso di rifugi sotterranei della protezione civile per ospitare le e i rifugiati non è più un’eccezione, ma una pratica comune”, osserva Claudia Kratochvil sul giornale domenicale. Un recente sondaggio mostra che il 31% dei Comuni cita l’assistenza ai richiedenti l’asilo come uno dei loro principali problemi, osserva la direttrice dell’Associazione dei Comuni svizzeri (ACS).
“L’accettazione delle persone richiedenti l’asilo da parte dell’opinione pubblica è in calo e l’offerta di famiglie ospitanti è diminuita drasticamente”, osserva Claudia Kratochvil. Un altro fattore che aggrava la situazione è la carenza di personale. “È molto difficile trovare persone qualificate che si occupino delle e dei rifugiati”, lamenta la direttrice dell’ACS.
Anche Claudia Kratochvil considera problematici i risparmi previsti dal Consiglio federale. In particolare, critica la riduzione di mezzo miliardo di franchi all’anno della somma dedicata all’integrazione. “Bisogna dirlo chiaramente: è una cosa ingestibile. La riduzione avrà un impatto massiccio sui bilanci dei Comuni e dei Cantoni”, afferma.
- Leggi l’intervista completaCollegamento esterno a Claudia Kratochvil sulla NZZ am Sonntag (in tedesco, paywall)
“Ci stiamo impegnando anche per la protezione dei salari”, afferma Roland Müller, capo dell’Unione svizzera degli imprenditori (USI), in un’intervista a CH Media. Cita le misure che potrebbero essere attuate nell’ambito dei nuovi accordi tra la Svizzera e l’Unione Europea.
Il direttore dell’USI cita in particolare il divieto di lavoro per le aziende che si dimostrano non conformi alle norme elvetiche. “Si potrebbe anche applicare un blocco dei pagamenti, in modo che i clienti in Svizzera non paghino le fatture delle aziende dell’UE che praticano il dumping salariale nella Confederazione”, afferma. Roland Müller parla anche di rafforzare la procedura d’accreditamento per le aziende del settore edile, per dimostrare che rispettano tutte le regole.
Tuttavia, l’USI e i sindacati hanno difficoltà a trovare un accordo sulle misure da introdurre per proteggere i salari rossocrociati. “I sindacati fanno confusione e avanzano richieste che non hanno alcuna attinenza diretta con la questione”, critica Roland Müller. Tuttavia, egli ritiene che si possano trovare soluzioni in molti settori.
I sindacati si stanno opponendo agli accordi tra Berna e Bruxelles sulla regolamentazione dei rimborsi spese. Tuttavia, ciò riguarda solo lo 0,3% dei posti di lavoro in Svizzera, come hanno calcolato lunedì 24 heures e Tribune de Genève. Secondo i due giornali, entro il 2023 le lavoratrici e i lavoratori distaccati interessati dalla normativa saranno meno di 17’000. Ma per Pierre-Yves Maillard, presidente dell’Unione Sindacale Svizzera (USS), “se permettiamo il dumping, esploderà”.
- Leggi l’intervista a Roland MüllerCollegamento esterno nell’Aargauerzeitung (in tedesco, paywall) e l’inchiesta di 24 heuresCollegamento esterno (in francese, paywall)
Lunedì a Ginevra si sono svolti colloqui sul programma nucleare iraniano tra diplomatici iraniani, francesi, tedeschi e britannici. Si è trattato dell’ultimo incontro prima del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca.
L’incontro arriva in un momento in cui l’Occidente è preoccupato per i progressi del programma nucleare iraniano. L’Iran è l’unico Stato senza armi nucleari che arricchisce l’uranio al 60%, avvicinandosi quindi al 90% necessario per produrre bombe atomiche. Il Paese difende il suo diritto di utilizzare l’energia nucleare per scopi civili, in particolare per produrre energia, e nega di voler acquisire armi nucleari, cosa di cui i Paesi occidentali dubitano fortemente.
All’inizio di dicembre, Francia, Germania e Regno Unito hanno inviato una lettera al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per esprimere la loro “profonda preoccupazione”. I tre Paesi hanno esortato la Repubblica islamica “a porre immediatamente fine alla sua escalation nucleare”. Hanno inoltre ventilato la possibilità di utilizzare il meccanismo di reintroduzione delle sanzioni contro Teheran “per impedirgli di dotarsi di armi nucleari”.
L’incontro di oggi è particolarmente importante anche perché avviene una settimana prima del ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Le tensioni sul programma nucleare iraniano sono aumentate sotto la presidenza di Donald Trump, quando gli Stati Uniti si sono ritirati dall’accordo del 2015 che offriva a Teheran un alleggerimento delle sanzioni in cambio di una limitazione delle sue ambizioni nucleari.
- Leggi l’articoloCollegamento esterno della RTS (in francese)
Le organizzazioni ambientaliste hanno calcolato l’impatto delle raccomandazioni nutrizionali della Confederazione, aggiornate lo scorso anno. La loro conclusione? Dopo essere state inizialmente critiche, ora sono cautamente favorevoli.
Secondo un rapporto di Greenpeace e del WWF, la nuova piramide alimentare della Confederazione può contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici. Il Consiglio federale si è posto l’obiettivo di ridurre l’impronta di carbonio degli alimenti del 25% entro il 2030 rispetto al 2020 e di almeno due terzi entro il 2050, hanno sottolineato lunedì le due organizzazioni ambientaliste.
Nelle raccomandazioni nutrizionali svizzere sono stati presi in considerazione due scenari, poiché esiste un ampio margine di manovra. Per la carne, ad esempio, la quantità raccomandata è compresa tra zero e 360 grammi alla settimana. I calcoli dimostrano che una dieta in linea con la variante minima delle raccomandazioni nutrizionali contribuirebbe in modo significativo a un’alimentazione rispettosa dell’ambiente e agli obiettivi climatici della Confederazione.
Tuttavia, le due ONG sottolineano che gli individui e le famiglie non sono gli unici responsabili. Rilevano che anche le autorità politiche e gli attori economici hanno la loro parte di responsabilità. A loro avviso, si tratta di eliminare gli incentivi sbagliati creati dalla politica, dal commercio al dettaglio e dall’industria della ristorazione, che incoraggiano comportamenti contrari a un’alimentazione sostenibile e sana.
- Leggi la notiziaCollegamento esterno riportata da RSI Info.
La foto del giorno
I Nuessler, uomini e ragazzi vestiti con costumi tradizionali e maschere derivate da quelle indossate dai personaggi della Commedia dell’arte veneziana, sfilano questo lunedì per le strade di Brunnen (canton Svitto). L’evento segna l’apertura della stagione carnevalesca nel cantone.
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