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Oggi in Svizzera

Care lettrici e cari lettori,

Il nostro bollettino punta i riflettori un po' su Davos, dove oggi si apre il Forum economico mondiale, e un po' sugli Stati Uniti, dove Donald Trump si insedia ufficialmente come nuovo presidente. Leggeremo del punto di vista di alcune personalità politiche svizzere su questo cambiamento al vertice degli USA.

La politica elvetica in questi giorni sta però seguendo con attenzione anche un'altra vicenda, quella della successione della ministra uscente Viola Amherd in Governo. Sembra che tutti i candidati considerati più papabili stiano facendo a gara nel tirarsi indietro.

Il nostro bollettino si conclude con uno sguardo ai profondissimi portafogli delle persone miliardarie che, nella Confederazione e nel mondo, si riempiono sempre di più.

Vi auguro una buona lettura!

persone
Keystone / Laurent Gillieron

Si è aperto oggi il 55esimo Forum economico mondiale (WEF) di Davos. Stando all’organizzazione, l’evento ha attirato un numero record di persone provenienti dal mondo degli affari e della politica.

Al WEF parteciperanno oltre 3’000 personalità, tra cui oltre 60 capi di Stato e di governo, da circa 120 Paesi del mondo. L’economia privata sarà rappresentata da più di 1’600 dirigenti aziendali. Il focus del forum sarà posto sul ruolo della conoscenza e della tecnologia, in particolare sull’intelligenza artificiale, uno dei settori in più rapida crescita.

Da domani il forum entrerà nel vivo delle attività, con il discorso di apertura tenuto dalla presidente della Confederazione Karin Keller-Sutter, cui faranno seguito dibattiti, incontri ed eventi di vario genere. Particolarmente attesi sono gli interventi del presidente statunitense Donald Trump, che non sarà sul posto ma si collegherà in videoconferenza, e del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Come ogni anno, l’evento, che si concluderà venerdì, suscita molte proteste. La polizia ha arrestato domenica 30 persone che si sono staccate da un corteo andando a sedersi sulla strada cantonale. Nel frattempo, sono state rilasciate, ma dovranno rispondere di diversi reati, hanno indicato le forze dell’ordine.  Il resto delle persone in marcia si è unito alla manifestazione a Davos dei Giovani socialisti, che chiedevano la fine del forum con slogan come: “Non sono i ricchi che ci salveranno”.

Una decina di attivisti di Greenpeace hanno bloccato invece questa mattina l’eliporto di Davos. Al contempo, il movimento Mass-Voll ha effettuato una campagna autorizzata di volantinaggio e un oppositore del WEF ha imbrattato l’ingresso di un hotel di Davos con vernice verde.

Trump
EPA/Will Oliver

Il giorno dell’insediamento di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, il portale Watson ha chiesto alle e ai parlamentari svizzeri che si occupano di politica estera delle loro paure e delle loro speranze per la nuova amministrazione americana.

“Andrà meglio che sotto Biden. Non ci vuole molto”, dice il consigliere nazionale dell’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice), Rino Büchel. Secondo lui, con Trump la Svizzera avrà l’opportunità di discutere di un accordo di libero scambio. “Se qualcuno lo convincerà che le tariffe doganali punitive non porteranno a niente, le cose andranno ancora meglio”.

Il socialista Fabian Molina è molto meno ottimista e teme l’imprevedibilità di Trump, oltre alla sua politica nei confronti delle minoranze e della protezione del clima. È preoccupato anche da come l’inquilino della Casa Bianca incoraggi le cerchie estremiste di destra e nazionaliste, anche in Svizzera. Gli fa eco la consigliera nazionale dei Verdi Sibel Arslan: “Con il suo populismo, Trump assicura che le reali sfide politiche non vengono discusse”. 

Hans-Peter Portmann, del Partito liberale radicale (PLR, destra), spera che in ambiti quali il commercio e i servizi, Trump si dimostrerà più aperto rispetto al suo predecessore. In politica estera “lo stile di Trump ha portato a un ripensamento. Ora è chiaro che molte tradizionali ricette diplomatiche non funzionano più. Oggi, si può avere successo solo mostrando una certa intransigenza“. 

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Keystone / Gaetan Bally

La telenovela della successione della ministra uscente Viola Amherd dal Consiglio federale continua. L’ultimo colpo di scena è arrivato oggi quando l’ex presidente del Consiglio Nazionale, il grigionese Martin Candinas, ha annunciato di non volersi candidare per un posto in Governo.

Candinas era considerato il favorito dopo che, nel fine settimana, a dirsi non interessato era stato il presidente uscente del partito del Centro, Gerhard Pfister. Oltre a queste rinunce si conta anche quella del leader del gruppo parlamentare , Matthias Bregy, che sarebbe più interessato alla presidenza del partito che a un seggio in Consiglio federale, secondo la NZZ am Sonntag. Prima ancora, ad aver detto no è stato il consigliere agli Stati Benedikt Würth.

La lista si è quindi assottigliata. Tra i candidati che secondo la stampa sono ancora in corsa citiamo, ad esempio, Philipp Kutter, consigliere nazionale zurighese, che ha indicato di stare riflettendo se, malgrado la sua tetraplegia, possa candidarsi alla successione di Amherd. Il consigliere di Stato vallesano ed ex presidente del partito Christophe Darbellay, interpellato dalla RTS, ha detto di non escludere una candidatura.

E mentre la girandola di speculazioni sui possibili sostituti di Amherd continua nelle testate elvetiche, il Centro si è riunito per stabilire le procedure da seguire per la presentazione delle persone candidate. Il nome della prossima o del prossimo consigliere federale, in ogni caso, sarà sicuro solo dopo l’elezione da parte dell’Assemblea federale, il prossimo 12 marzo.

banconote
Keystone / Gaetan Bally

Mentre le disuguaglianze globali continuano a crescere, la ricchezza delle persone miliardarie ha raggiunto nuovi massimi nel 2024. In Svizzera si è attestata a 221,8 miliardi di dollari, suddivisi tra 41 ultraricchi, secondo un rapporto pubblicato oggi.

Nel rapporto annuale sulle disuguaglianze pubblicato dall’ONG Solidar Suisse, in collaborazione con Oxfam, il patrimonio delle persone miliardarie svizzere è cresciuto di 70,8 miliardi di dollari dal 2019, 39 milioni al giorno.

A livello globale, la ricchezza dei miliardari è aumentata di 2’000 miliardi di dollari nel 2024, tre volte più velocemente rispetto all’anno precedente. Tuttavia, 3,5 miliardi di persone vivono ancora sotto la soglia di povertà, con meno di 6,85 dollari al giorno.

Tale disuguaglianza è favorita dalla concentrazione del potere economico nelle mani di pochi eletti, deplora Solidar Suisse. L’ONG è preoccupata per l’influenza delle persone più ricche sulle democrazie. “Donald Trump, che si insedia oggi a Washington, incarna questa pericolosa correlazione tra potere politico ed economico”, viene sottolineato.

Solidar Suisse chiede di porre fine a questa egemonia, in particolare abolendo le agevolazioni fiscali per gli ultraricchi e promuovendo salari e condizioni di lavoro dignitosi. L’organizzazione ritiene inoltre che le Nazioni Unite debbano guidare la politica fiscale globale.

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Keystone / Ennio Leanza

Foto del giorno

L’andirivieni degli aerei all’aeroporto di Zurigo si fa più interessante in questi giorni di WEF. Nella nostra foto del giorno alcune persone tentano di individuare i velivoli che trasportano le personalità più di spicco che si recheranno all’evento.

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