Fideiussioni, “sistema efficace” ma non mancano le incognite
Il sistema messo in atto dalla Confederazione per dare sostegno alle imprese svizzere in questo momento di rallentamento economico è un aiuto apprezzato. Ma ci sono anche dei rischi.
“Abbiamo stampato il formulario di una pagina, una sorta di autodichiarazione molto semplice, l’abbiamo inoltrato il venerdì e il lunedì i soldi erano già sul conto”. Sono le parole del coproprietario della Belloli SA di Grono, nel cantone Grigioni, una delle tante aziende ritrovatosi in difficoltà a causa del rallentamento del mercato dovuto alla pandemia di coronavirus.
Sono oltre 100’000 aziende elvetiche che, come la Belloli, hanno fatto richiesta del credito covid normale.
Il sistema prevede l’erogazione da parte delle banche di crediti fino a 500’000 franchi (e al massimo fino al 10% della cifra d’affari del 2019) per le imprese che soddisfano determinati requisiti.
Il credito è garantito al 100% dallo Stato, il tasso d’interesse applicato è pari a zero e le aziende devono rimborsarlo entro cinque anni.
Per questi prestiti solidali pensati per permettere alle aziende di far fronte alla mancanza di liquidità, la Confederazione ha stanziato 40 miliardi di franchi.
Le incognite e i rischi però non mancano, come spiegato in questo approfondimento della Radiotelevisione svizzera.
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