Un’app per tracciare i potenziali contagi
Berna segue con interesse gli sviluppi riguardanti la nuova app che permetterà di tracciare la diffusione del coronavirus.
Il progetto europeo, denominato, Pan-European Privacy Preserving Proximity Tracing (PEPP-PT), al quale partecipano anche ricercatori del Politecnico diZurigo, è attualmente al vaglio delle autorità elvetiche che stanno analizzando la questione dal profilo della protezione dei dati.
L’applicazione, che permette di localizzare le persone tramite bluetooth, informa gli utenti ogniqualvolta si siano trovati per almeno 15 minuti a fianco di una persona risultata infetta.
Secondo gli esperti circa il 30% della popolazione potrebbe partecipare al progetto, cui si aderisce su base volontaria e anonima, contribuendo così a interrompere la catena dei contagi nel paese.
In questo ambito va segnalato che l’operatore telecom Swisscom fornisce attualmente alle autorità federali, attraverso la registrazione dei cellulari all’interno delle singole celle telefoniche, gli episodi di assembramento (almeno 20 persone) su suolo pubblico, con 24 ore di ritardo (per tutelare la privacy).
-Gli assembramenti rilevati attraverso la tecnologia
Non siamo ancora al picco
“Non abbiamo ancora raggiunto il picco” dei contagi in Svizzera, ha intanto osservato a Berna Daniel Koch, delegato dell’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp) per il Covid-19. In proposito l’esperto di malattie infettive ha precisato che si delinea tuttavia un lieve appiattimento della crescita, anche se si ammalano ancora circa 1’000 persone al giorno e ci sono attualmente 378 persone attaccate ai respiratori nei reparti di cure intense degli ospedali.
La situazione è costantemente monitorata per cercare di prevedere l’evoluzione della pandemia nelle prossime settimane, “ma è sicuramente ancora troppo presto per fare speculazioni”, ha sottolineato il funzionario federale, che ha ribadito l’importanza di non abbassare la guardia e di continuare a rispettare le misure adottate dal Consiglio federale.
Minaccia pasquale
Con l’approssimarsi della Pasqua incombe però una minaccia che le autorità cercano di disinnescare: migliaia di confederati si apprestano a varcare le Alpi per passare le festività in Ticino nelle strutture turistiche o nelle residenze secondarie – le prime avvisaglie si stanno già vedendo – che come noto è il cantone con più alta densità di infezioni da Convid-19 (64 casi ogni 10’000 residentiCollegamento esterno).
Alcuni comuni ticinesi che temono i previsti affollamenti si sono appellati a Stefan Blättler, presidente della Conferenza dei comandanti delle polizie cantonali della Svizzera (CCPCS), chiedendogli di far chiudere la galleria autostradale del San Gottardo.
Eventualità che spetta però alla politica, anche se il comandante di polizia ha assicurato che gli agenti presidieranno le strade per scoraggiare gli spostamenti degli incauti turisti pasquali.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.