Verso l’obbligo della mascherina all’aperto a sud delle Alpi
Il governo ticinese ha fatto sapere mercoledì di sostenere l'adozione dell'obbligo della mascherina sanitaria negli spazi esterni molto frequentati.
In una lettera indirizzata alle amministrazioni comunaliCollegamento esterno l’esecutivo cantonale ha esposto alcune raccomandazioni in merito alla gestione dei luoghi pubblici in vista delle festività pasquali, durante le quali è atteso, come ogni anno, l’arrivo di numerosi turisti confederati.
Una decisione che giunge proprio nel giorno in cui è stata di nuovo superata, dopo diverse settimane, la soglia dei cento contagi quotidiani (oltre 1’800 in Svizzera) e l’evoluzione a medio termine nel paese resta, nella migliore delle ipotesi, assai incerta.
Il governo locale, che invita i municipi ad avere un “approccio pragmatico”, sostiene la prescrizione della mascherina in “centri urbani, zone di svago e aree a bordo lago” dove “è lecito prevedere un forte afflusso di persone” ma al contempo sconsiglia “soluzioni estemporanee come la chiusura di spazi pubblici a macchia di leopardo” che finirebbero per creare “un quadro disomogeneo fra le diverse località”.
La presa di posizione dell’autorità cantonale segue di alcune ore l’annuncio del municipio di Ascona, sul Lago Maggiore, dell’imposizione della mascherina all’aperto, in particolare nelle vie del nucleo, sul lungolago e nella zona ricreativa del Parsifal, a partire dalla metà della prossima settimana. Con le prime giornate con clima primaverile erano stati infatti notati diversi assembramenti che hanno preoccupato le autorità.
E ora diversi altri comuni stanno pensando di seguire l’esempio del borgo sul Verbano che peraltro, nella Confederazione, è già stato messo in pratica nei mesi scorsi in altre rinomate località turistiche come Sankt Moritz (Grigioni) e Zermatt (Vallese).
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