Coronavirus, caso di variante indiana individuato in Svizzera
Il primo caso di variante indiana del coronavirus è stato scoperto in Svizzera: si tratta di un passeggero in transito in un aeroporto elvetico, indica l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) su twitter.
La variante indiana (ceppo B.1.617) desta preoccupazione: in Europa è già stata rilevata in Gran Bretagna e Belgio, dove 21 studenti indiani arrivati a metà mese via l’aeroporto parigino di Roissy sono risultati positivi a questa variante e posti in quarantena.
Ieri l’India è sprofondata in una grave crisi sanitaria, con un bilancio quotidiano che supera ancora nuovi record: quasi un milione di contagi in tre giorni. Gli ospedali non riescono ormai più a far fronte all’esplosione dell’epidemia di Covid-19. A New Delhi l’ossigeno inizia a scarseggiare.
Molti esperti prevedono che in India l’attuale ondata non raggiungerà il picco per almeno altre tre settimane e ritengono che il numero reale di morti – 2’624 nella giornata di ieri – e casi sia molto più alto.
La valutazione sull’inserimento dell’India sulla lista dei Paesi a rischio è in corso, precisa l’UFSP. Le persone in provenienza dai Paesi annoverati nella lista rossa elvetica devono osservare una quarantena di 10 giorni dopo il loro arrivo in Svizzera.
L’identificazione del ceppo B.1.617 risale alla fine di marzo. La sequenza genetica è stata descritta alla sede di Basilea del Politecnico federale di Zurigo (ETH).
Per ora non ci sono informazioni precise sulla contagiosità o la gravità dell’infezione per questa variante. Indagini sono in corso, ha precisato l’UFSP. B.1.617 è attualmente sotto osservazione anche da parte dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS).
tvsivzzera.it/Zz/ats con RSI (TG del 24.04.2021)
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