Lockdown selettivo, un’idea controversa
È risaputo che la mortalità legata alla pandemia di coronavirus è particolarmente elevata tra chi ha patologie preesistenti e tra la popolazione più anziana. Secondo alcuni, isolamento selettivo di queste categorie permetterebbe di ridurre drasticamente i decessi, ma è un'idea dalle conseguenze problematiche, secondo Pro Senectute. Il servizio della Radiotelevisione svizzera.
In Svizzera, circa il 90% dei decessi legati al coronavirus (in totale 2’202 dall’inizio della pandemia allo scorso lunedì) riguarda persone con più di 70 anni. Percentuale che sale a 97% se si considerano gli over 60.
Perché non intervenire con misure di isolamento ad hoc su queste persone più suscettibili? Anche la presidente della commissione Europea Ursula von der Lyen aveva rilanciato quest’idea. Tuttavia, secondo pro senectute, fondazione che si batte per i diritti, il bene e la dignità della popolazione anziana, l’idea è problematica. Prima di tutto, senza misure per le fasce più giovani, anche tra loro aumenterebbero contagi e ricoveri.
In secondo luogo, oltre il 40% di chi lavora in Svizzera può farlo grazie all’aiuto dei famigliari, sottolinea la fondazione, in particolare dei nonni che si occupano dei nipoti. Si tratta inoltre di 2 milioni e mezzo di persone che contribuiscono attivamente al buon funzionamento dell’economia e che non potrebbero più spendere i loro soldi in attività ricreative e culturali da cui dipendono gli introiti di moltissimi lavoratori. Infine, il problema più grande resta quello sociale della solitudine, un aspetto già molto delicato in una situazione normale.
Il servizio del Telegiornale:
tvsvizzera.it/Zz con RSI (TG del 03.10.2020)
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