Profili genetici, le forze dell’ordine devono disporre di più strumenti
Le forze di polizia devono poter ricorrere ad avanzate tecniche di profiling genetico nell'ambito di determinate inchieste. È quanto vuole il Consiglio Nazionale (camera bassa dl Parlamento elvetico) che ha approvato la modifica della legge sui profili del DNA.
Il testo, approvato dalla Camera del popolo per 136 voti favorevoli, 43 contrari e 6 astenuti, vuole mettere a disposizione nuovi metodi d’indagine per crimini gravi. Alcuni di tali metodi sono già in uso, e autorizzati dai tribunali, ma ora andrebbero iscritti nella legge.
Attualmente, i campioni di DNA prelevati sulla scena di un crimine possono essere utilizzati dalle forze dell’ordine in due modi: possono essere confrontati con il DNA di un sospettato oppure analizzati per risalire al sesso della persona.
Il progetto del Governo vuole fare in modo che le forze dell’ordine possano ricorrere alla fenotipizzazione, tecnica che permette di risalire (con un certo grado di probabilità) anche ad altre caratteristiche fisiche visibili come l’età, il colore degli occhi, dei capelli e della pelle nonché la discendenza biogeografica.
Il risultato delle analisi dovrebbe poter essere utilizzato unicamente per le indagini riguardanti uno specifico caso e non verrà registrato nella banca dati sui profili genetici. Il metodo dovrà inoltre essere impiegato per far luce su reati puniti con una pena detentiva massima superiore a tre anni, come gli stupri o gli omicidi.
Rischio profilazione razziale
A nome del Partito ecologista svizzero (I Verdi), la parlamentare Marionna Schlatter ha sostenuto in aula di non essere per principio contraria alla fenotipizzazione, ma che il suo gruppo ha deciso a proporre la non entrata nel merito quando nelle discussioni in commissione non è stato possibile introdurre dei paletti più severi per quanto attiene le procedure per svolgere simili analisi, l’estensione delle analisi e la conservazione delle tracce genetiche.
Gli ecologisti hanno rinfacciato alla maggioranza di centro-destra favorevole alla revisione scarsa sensibilità per la protezione della sfera privata, aggiungendo che la fenotipizzazione, contrariamente a quanto sostenuto, non è un rimedio miracolo che consentirà di rivolvere tutti i casi.
In alcuni paesi, come l’Austria, tali metodi usati per delucidare crimini gravi hanno gettato discredito su determinate categorie della popolazione (in questo caso la popolazione Rom) poi risultate del tutto estranee ai fatti, poiché le tracce di DNA conservate erano risultate essere contaminate. Il pericolo di stigmatizzare un’interna categoria di persone, sia perché di origine extraeuropea sia per il suo modo di vita, è reale. Senza miglioramenti nella legge, ha ammonito, il suo gruppo avrebbe bocciato la revisione al voto finale, ciò che è infatti accaduto.
Diverse riflessioni dei Verdi sono state riprese da Min Li Marti (Partito socialista PS) secondo cui la fenotipizzazione indica solo delle probabilità, ossia che la persona ricercata ha i capelli neri o gli occhi blu, oppure è originaria di un altro continente, ma non offre certezze granitiche. Pur essendo favorevole all’entrata in materia, il PS ha tentato di smussare – senza successo – alcuni aspetti della revisione per renderla in meno invasiva possibile. Al voto finale, molti membri del PS hanno votato contro oppure si sono astenuti (12).
Solo più sicurezza
Secondo la maggioranza della Camera, tuttavia, non si tratta di stigmatizzare un gruppo particolare di persone sulla base del colore della pelle o dell’origine, bensì di limitare la cerchia delle persone sospette e facilitare il lavoro degli inquirenti. Tale sistema si è dimostrato efficace in diversi paesi che lo applicano, come gli Stati Uniti e i Paesi Bassi, hanno replicato agli scettici diversi oratori favorevoli alla revisione.
Un “no” al disegno di legge rappresenta non solo un “no” al progresso della scienza forense, ma anche al desiderio delle vittime di reati gravi di giustizia e riparazione. La sicurezza degli individui deve avere un peso maggiore rispetto alla protezione della sfera privata.
La maggioranza ha sostenuto che tali sistemi di indagine servono in primis ad escludere potenziali sospetti, a restringere insomma la cerchia dei potenziali autori di un crimine grave. Non è possibile, a loro avviso, che i presunti autori di un reato vengano maggiormente protetti rispetto alle vittime di un crimine. Lo Stato deve proteggere i propri cittadini, utilizzando i nuovi metodi a disposizione, ma tenendo anche conto dello Stato di diritto e della protezione della personalità.
L’intromissione nella sfera privata è proporzionata e deve rispettare precise condizioni, ha affermato in aula la ministra della giustizia elvetica Karin Keller-Sutter. Le analisi del DNA non sono dirette verso un gruppo o una persona in particolare, poiché si limitano ad estrarre dati di carattere generale, ha spiegato la ministra di giustizia e polizia.
Legami di parentela
Nel corso dell’esame particolareggiato del progetto, il campo rosso-verde ha tentato invano di ritoccare in senso restrittivo la portata della revisione. In merito alla ricerca di legami di parentela (ricerca effettuata nel sistema d’informazione al fine di trovare persone che, in base alla somiglianza del loro profilo del DNA con quello del donatore della traccia, potrebbero essere parenti di quest’ultimo) il campo rosso-verde avrebbe voluto che i risultati delle analisi potessero essere trasmessi alle autorità penali soltanto se una perizia indipendente avesse accertato la somiglianza del profilo genetico con un grado di probabilità prossimo alla certezza.
Negata dal plenum anche la proposta della sinistra di condizionare la ricerca di legami di parentela al benestare del giudice dei provvedimenti coercitivi su richiesta del pubblico ministero. Per la maggioranza, tale ricerca può essere lanciata dalla procura, senza passare da un magistrato, onde non rallentare la procedura. Respinta anche la proposta della minoranza PS-Verdi di specificare i reati passibili di una ricerca di parentela.
La maggioranza non ha nemmeno voluto saperne di obbligare il pubblico ministero, al più tardi alla chiusura della procedura preliminare, a comunicare alle persone individuate che i loro nominativi gli sono stati segnalati a seguito della ricerca di legami di parentela, esponendo loro i motivi per cui questa è stata svolta
Fenotipizzazione
Anche per quanto attiene al cuore della revisione, ossia la fenotipizzazione, la sinistra non è riuscita ad inserire ulteriori paletti alle autorità penali. Dopo aver bocciato per 121 voti a 65, una proposta di Franziska Roth (PS) che avrebbe voluto stralciare dall’analisi del DNA la determinazione dell’origine biogeografica (mantenendo però il colore degli occhi e dei capelli, come anche della pelle, nonché l’età), per timore di una profilazione razziale (facendo aleggiare il sospetto su un intero gruppo di individui secondo la Roth), il plenum non ha voluto nemmeno saperne di stabilire una lista di reati precisa né affidare la responsabilità di ordinare simili analisi a un giudice.
Nessun limite di tempo
Il plenum ha risposto picche anche a una proposta di Min Li Marti, con cui voleva limitare la durata di validità della tale strumento d’indagine a 8 anni. Per la maggioranza, tale proposta non ha senso: lo stato di diritto richiede continuità per essere efficace. “Si tratta di un tentativo inaccettabile di indebolire la legge”, ha commentato a nome della commissione, Jacqueline de Quattro (Partito Liberale Radicale PLR).
L’intervento al Telegiornale di Emilio Scossa-Baggi ex capo della polizia scientifica ticinese:
tvsvizzera.it/Zz/ats con RSI (TG del 04.05.2021)
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