Per il mondo contadino svizzero “la misura è colma”
Le principali organizzazioni degli agricoltori e agricoltrici elvetiche hanno manifestato mercoledì davanti a Palazzo federale a Berna in segno di protesta contro i tagli proposti dal Governo.
Contrariamente a quanto accaduto negli ultimi mesi in diversi Paesi europei, in Svizzera le dimostrazioni di malcontento dei contadini e delle contadine sono state relativamente contenute. Non si è assistito a nessuna marcia dei trattori, come ad esempio avvenuto a inizio anno in Francia, Germania o Belgio. Vi sono però stati dei segnali di protesta, con dei cartelli stradali rovesciati e “decorati” con degli stivali.
Il pacchetto di risparmio di oltre tre miliardi all’anno presentato tre settimane fa dal Consiglio federale rischia però di essere la goccia che fa traboccare il vaso. “La misura è colma”, ha dichiarato mercoledì sulla Piazza federale il presidente dell’Unione Svizzera dei contadini (USC) Markus Ritter. “Negli ultimi anni l’agricoltura ha raddoppiato gli sforzi per soddisfare i requisiti di qualità, in particolare in termini di criteri biologici, senza essere compensata per queste prestazioni aggiuntive”.
Nella sua proposta, che colpisce quasi tutti i settori ad eccezione dell’esercito, il Governo svizzero suggerisce di tagliare circa 210 milioni di franchi all’agricoltura. Una riduzione che, secondo Ritter, equivale a un furto. La Confederazione è quindi chiamata a rivedere il suo piano, che il presidente dei contadini considera “contrario all’etica”.
Il servizio del TG:
Tagli che colpiscono un settore già vulnerabile
L’USC, l’Unione svizzera delle donne contadine e rurali (USDCR) e la Commissione dei giovani contadini, che hanno unito le forze, lanciano quindi un appello alla Confederazione affinché riveda un piano “contrario all’etica”, secondo le parole di Markus Ritter.
In un comunicato Collegamento esternocongiunto, le tre organizzazioni sottolineano che “con le sue misure di riduzione dei costi, il Consiglio federale colpisce un settore che non è responsabile dei problemi, che sta facendo sempre di più e che è già vulnerabile”.
“Vent’anni fa, la Confederazione destinava all’agricoltura il 7,4% del suo budget – si legge nella nota. L’anno scorso era solo il 4,7%. Negli ultimi due decenni, la spesa nominale per l’agricoltura è rimasta stabile a circa 3,6 miliardi di franchi all’anno, mentre la spesa federale è aumentata di quasi 40 miliardi, ovvero di oltre l’80%”.
Il Governo – proseguono – vuole risparmiare sull’agricoltura per risanare le proprie finanze. “Un’ingiustizia che aggrava ancor di più le condizioni di lavoro sempre più complicate nel settore”, afferma l’USC.
Un salario orario di 17 franchi all’ora
In Svizzera il reddito del lavoro nell’agricoltura si attestava nel 2022 a 17 franchi all’ora, una cifra inferiore a quella nei settori secondario e terziario, stando a un rapportoCollegamento esterno pubblicato a inizio marzo. Inoltre, più dell’80% delle aziende agricole nelle regioni di montagna guadagna meno del salario di riferimento.
Il valore mediano in ambito agricolo del salario per unità di manodopera familiare ammontava a 50’551 franchi annui, mentre nel settore della ristorazione – uno dei meno retribuiti in Svizzera – era di 54’840 franchi.
Il numero di aziende agricole e di persone impiegate nel settore continua inoltre a diminuire. All’inizio degli anni 2000 si contavano oltre 70’000 aziende, mentre nel 2023 ne erano rimaste poco più di 47’000.
Nello stesso tempo, dalle più di 203’000 persone (a tempo pieno e parziale) attive in ambito agricolo nel 2000 si è scesi a meno di 149’000 persone l’anno scorso.
Altri sviluppi
Aziende agricole: passo o chiudo
Le aziende si sono nel frattempo ingrandite: nel 2000 ognuna disponeva in media di una superficie agricola utile di 15,5 ettari, mentre nel 2023 era di 21,8 ettari.
Questa pressione finanziaria, i cambiamenti strutturali e un crescente carico di lavoro hanno serie ripercussioni su chi lavora nell’agricoltura. Secondo uno studio dell’Università di Berna pubblicato nel 2018, il rischio di suicidio tra i contadini e le contadine è del 37% più elevato rispetto al resto della popolazione.
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