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Per la Svizzera non è il momento di riconoscere la Palestina

Le bandiere di Palestina e Israele.
La Svizzera sostiene da anni la creazione di uno Stato palestinese sovrano nell'ambito della "soluzione a due Stati" KEYSTONE

Non esistono attualmente le condizioni per il riconoscimento di uno Stato palestinese. Così si è espresso oggi il Consiglio federale, ricordando che la Svizzera sostiene da anni la creazione di uno Stato palestinese sovrano nell'ambito della "soluzione a due Stati". Spagna, Irlanda e Norvegia riconosceranno invece la Palestina.

La Svizzera ha preso atto della decisione di diversi Stati europei (Irlanda, Norvegia e Spagna) di riconoscere bilateralmente la Palestina. La Confederazione prenderà in considerazione tale riconoscimento solo se potrà dare un contributo concreto al processo di pace in Medio Oriente.

Il Dipartimento degli affari esteri sottolinea che Berna sostiene da anni la creazione di uno Stato palestinese sovrano sulla base dei confini del 1967, che viva fianco a fianco con Israele in pace e sicurezza.

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A metà aprile, la Svizzera si era già astenuta dal voto in seno al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite sull’adesione della Palestina all’ONU. In quell’occasione, aveva dichiarato che tale adesione non era “appropriata al momento” e non potrebbe contribuire a “un rasserenamento della situazione e gli sforzi di pace in Medio Oriente”.

Oggi la Spagna ha confermato, per voce del suo premier Pedro Sanchez, che riconoscerà il prossimo 28 maggio lo Stato della Palestina”. Sulla stessa lunghezza d’onda anche la Norvegia e l’Irlanda dovrebbe annunciare il riconoscimento di uno Stato palestinese.

Più cauta la Francia che sposa la posizione elvetica. Il ministro degli esteri Stéphane Séjourné ha infatti affermato che il riconoscimento dello Stato palestinese non è un tabù, ma ora non è il momento giusto.

Chi riconosce la Palestina

Ad oggi 140 su 193 Stati membri delle Nazioni Unite riconoscono la Palestina.

In Europa lo Stato di Palestina è già riconosciuto da Svezia, Bulgaria, Cipro, Ungheria, Polonia, Romania, l’allora Cecoslovacchia, quando erano nell’orbita dell’Unione sovietica (ma dopo la divisione con la Slovacchia, la Cechia ha fatto un passo indietro).

Quanto all’Italia, Roma ritiene che questa soluzione si debba raggiungere attraverso i negoziati tra israeliani e palestinesi. Posizione condivisa con gli Stati Uniti.

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