Per una famiglia di sei persone 48 franchi al giorno è un importo legalmente corretto
Il Tribunale amministrativo del Canton Argovia ha respinto il ricorso di una famiglia siriana ammessa a titolo provvisorio in Svizzera che contestava l'ammontare ricevuto per l'assistenza.
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tvsvizzera.it/mar/Keystone-ATS
Anche se l’importo erogato dalle autorità cantonali per le prestazioni assistenziali alle persone ammesse provvisoriamente in Svizzera è “molto basso”, da un punto di vista legale non vi è nulla da eccepire.
È quanto stabilito dal Tribunale amministrativo di Argovia, che ha respinto il ricorso di una famiglia siriana, ammessa in Svizzera provvisoriamente.
Nella sua decisione pubblicata lunedì, la Corte ha dato ragione al Governo cantonale, che un anno fa aveva già respinto il ricorso, diretto contro un’ordinanza emessa dai servizi sociali cantonali nel 2021.
La famiglia siriana era stata ospitata in un alloggio cantonale per tre mesi e mezzo. Riceveva 1’440 franchi (1’482 euro) al mese o 48 franchi al giorno di assistenza sociale. Nel ricorso si chiedeva un importo di 2’586 franchi al mese. Questa somma corrisponde al fabbisogno di base per un nucleo familiare di sei persone stabilito dall’assistenza sociale ordinaria.
Secondo le argomentazioni presentate nel ricorso, l’importo è così basso da violare la dignità umana, il diritto all’aiuto d’emergenza, il principio della parità di diritti, il divieto di discriminazione e altri diritti fondamentali.
L’istanza è stata avviata da un gruppo di studenti dell’Università di Berna nell’ambito del progetto Human Rights Law Clinic. Si tratta di una forma di insegnamento che ha lo scopo di consentire ai futuri avvocati e avvocate di lavorare su casi reali durante gli studi.
Un aiuto che non è orientato all’integrazione
Il Tribunale amministrativo è giunto alla conclusione che il Governo cantonale non viola la legge fissando le tariffe per le persone ammesse temporaneamente a livello di ordinanza, in conformità con la norma cantonale sull’assistenza e la prevenzione sociale. Secondo la legge federale, le persone ammesse temporaneamente non hanno lo stesso status di chi è un rifugiato riconosciuto.
L’ammissione provvisoria è concessa a persone il cui allontanamento dalla Svizzera, disposto nei loro confronti, si è rivelato inammissibile (violazione del diritto internazionale pubblico), non ragionevolmente esigibile (pericolo concreto per lo straniero) o impossibile (motivi tecnici). L’ammissione provvisoria costituisce pertanto un provvedimento sostitutivo.
L’ammissione provvisoria può essere disposta per 12 mesi ed essere prorogata di anno in anno dal Cantone di dimora. Le persone ammesse provvisoriamente sono abilitate a lavorare in tutta la Svizzera. Per queste persone l’esercizio di un’attività lucrativa presuppone semplicemente una notifica del datore di lavoro all’autorità cantonale competente.
Fonte: Segreteria di Stato della migrazione
Le persone ammesse temporaneamente hanno solo un diritto di soggiorno provvisorio in Svizzera. Le prestazioni sociali non sono orientate all’integrazione, contrariamente a quanto accade per chi ha ottenuto l’asilo.
Tuttavia, il Tribunale amministrativo riconosce che l’importo erogato è “molto basso” e “pone limiti finanziari estremamente stretti”, in particolare per quanto riguarda i contatti sociali e gli sforzi di integrazione personale.
D’altra parte, non si può ritenere che vi sia una violazione non autorizzata dei diritti fondamentali finché viene garantito il livello minimo di sussistenza. L’obiettivo è ridurre al minimo l’incentivo a trasferirsi o a rimanere in Svizzera.
Esistono anche prestazioni in natura
Oltre a questo contributo finanziario, la famiglia ha ricevuto diverse prestazioni in natura, ha spiegato il tribunale amministrativo.
Ad esempio, la famiglia ha potuto alloggiare in un appartamento di 3,5 locali, arredato e attrezzato, con televisione e WiFi gratuito. L’appartamento era dotato di stoviglie, asciugamani e lenzuola.
Il sostegno finanziario non deve quindi essere considerato isolatamente, ma deve essere riconosciuto come parte del “pacchetto complessivo”, ha sottolineato il tribunale.
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