Philippe Lazzarini: “Non esiste un’alternativa all’UNRWA”
Non esiste un'alternativa all'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (UNRWA) nei Territori palestinesi occupati, ha dichiarato lunedì il suo responsabile. Il divieto imposto da Israele all'agenzia ONU entrerà in vigore alla fine di gennaio.
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Keystone-ATS
“Non esiste un piano B all’interno della famiglia delle Nazioni Unite, perché non c’è nessun’altra agenzia in grado di fornire le stesse attività”, ha spiegato il commissario generale dell’UNRWA, lo svizzero Philippe Lazzarini, durante una conferenza stampa a Ginevra.
“Se si tratta di far arrivare un camion con del cibo, sicuramente si troverà un’alternativa”, ma “la risposta è no” per l’istruzione e la salute primaria, ha spiegato, a margine di una riunione dell’organizzazione durante la quale ha affermato che Gaza sta vivendo “un incessante orrore distopico”.
L’UNRWA “è indispensabile e insostituibile in assenza di una soluzione politica al conflitto”, ha dichiarato dal canto suo ai giornalisti Anton Leis, direttore dell’Agenzia spagnola per la cooperazione allo sviluppo, che ha presieduto la riunione.
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Ha inoltre sottolineato che più di 240 membri dello staff dell’UNRWA sono morti dopo la guerra a Gaza, dove l’agenzia, istituita dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite nel 1949, gestisce centri sanitari e scuole, così come fa in Cisgiordania.
Le autorità israeliane sono da tempo molto critiche nei confronti dell’agenzia ONU.
I loro rapporti si sono inaspriti dopo l’inizio della guerra a Gaza: Israele ha accusato le e i dipendenti dell’UNRWA di aver preso parte all’attacco perpetrato sul suo territorio il 7 ottobre 2023 dal movimento islamista palestinese Hamas.
L’agenzia, che impiega 13’000 persone a Gaza, ha licenziato nove dipendenti a gennaio dopo che un’indagine interna ha dimostrato che “potrebbero essere stati coinvolti negli attacchi armati del 7 ottobre”.
“Troppo pericoloso”
A ottobre, la Knesset, il Parlamento israeliano, ha deciso di vietare all’UNRWA di operare sul suolo israeliano, anche a Gerusalemme Est, il settore della Città Santa occupato e annesso da Israele dal 1967, e di coordinarsi con le autorità israeliane. Il divieto entrerà in vigore a fine gennaio.
Lazzarini ha spiegato che l’UNRWA “non ha ricevuto alcuna comunicazione ufficiale su come lo Stato di Israele intenda attuare” il divieto e ha sottolineato che lo status di rifugiato palestinese continuerà a esistere anche se l’organizzazione venisse messa al bando.
“Dal 28 gennaio, se queste leggi saranno applicate, significherà che non saremo più in grado di operare a Gaza, (…) coordinare i nostri movimenti ed effettuare la deconfliction e quindi l’ambiente diventerà troppo pericoloso per il nostro personale”, ha precisato.
Per il personale dell’UNRWA c’è il “timore reale che ognuno di loro possa essere molestato, arrestato, indagato o condannato”, ha detto Lazzarini.
Ma “lavoreremo fino al giorno in cui non potremo più farlo e, nel frattempo, esauriremo tutti i canali diplomatici possibili”, ha avvertito, chiedendo alla comunità internazionale di esercitare una pressione su Israele che vada “oltre le parole” perché “ci sentiamo soli”.
Ha avvertito: “Se non abbiamo un’alternativa valida, creeremo un vuoto. Inoltre, priveremo centinaia di migliaia di bambini del loro diritto all’istruzione. Ma così facendo, semineremo i semi di un estremismo e di un odio ancora maggiori per il futuro”.
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