La rivolta degli azionisti di Ubs
La pesante condanna subita in Francia è all’origine dell’inedito gesto di sfiducia degli azionisti nei confronti degli amministratori della principale banca svizzera.
L’assemblea generale della banca ha infatti negato a Basilea il discarico dei dirigenti che quindi non sono al riparo nei prossimi sei mesi da azioni di responsabilità sulla loro attività per l’esercizio 2018.
In particolare il discarico è stato concesso solo dal 41,7% dei 1’254 azionisti presenti nella città renana (che controllano il 76% dei diritti di voto) mentre il 41,6% lo ha rifiutato ma l’alta quota degli astenuti (16,7%) ha impedito che venisse raggiunto il necessario 50%.
Secondo gli osservatori il malumore azionisti è dovuto alla voragine finanziaria apertasi con il processo in Francia chiusosi in febbraio la condanna di 4,5 miliardi di euro (multa di 3,7 miliardi e risarcimento danni per 800 milioni) per il sostegno sistematico della banca ai suoi clienti nell’evadere il fisco.
E secondo molti di essi gli effetti legali sarebbero stati assai più contenuti se i vertici avessero optato per un accordo extragiudiziale. Da parte loro il presidente del consiglio di amministrazione (Cda) Axel Weber e il ceo Sergio Ermotti hanno respinto veementemente queste critiche poiché, a loro avviso, non vi erano spazi di manovra per un’intesa accettabile.
“Anche nell’interesse degli azionisti, non abbiamo avuto altra scelta che seguire la via giudiziaria”, ha sostenuto Weber per il quale i giudici di appello saranno di altro avviso. Ma due importanti istituzioni di consulenza agli azionisti, Ethos e ISS, avevano raccomandano di non dare il discarico alla dirigenza, e una terza, Glass Lewis, si era espressa per l’astensione.
A far discutere nell’assemblea di Basilea come sempre è stato anche il tema degli stipendi stratosferici dei dirigenti, in particolare i 20 milioni a Weber (6 milioni) e a Ermotti (14), cifra che consentirebbe di assumere 256 impiegati in Svizzera.
Il presidente del cda ha però spiegato che il modello retributivo di UBS spinge i dipendenti a fare gli interessi dell’azienda e la grande maggioranza dell’assemblea si è schierata con lui, votando il rapporto sulle remunerazioni è stato approvato con il 79% dei consensi. Nessun problema hanno suscitato la proposta di dividendo e l’approvazione dei conti, che sono passati con circa il 99% dei voti.
I vertici della banca hanno anche affermato di prendere seriamente in considerazione il problema del corso dell’azione, che l’anno scorso – nonostante un miglioramento dei risultati – è crollato del 32%. Ma l’istituto, è stato sottolineato, non è rimasto inattivo, riacquistando azioni per 750 milioni.
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