Identità elettronica “semplice e sicura”
Un'identità elettronica univoca e sicura riconosciuta dalla Confederazione, grazie alla quale in Svizzera le operazioni in rete diventeranno più semplici e pratiche. Con queste parole, giovedì, la consigliera federale Karin Keller-Sutter ha raccomandato al popolo di respingere il referendum contro la Legge federale sui servizi di identificazione elettronica (Ie).
Approvata dal parlamento a settembre 2019, la legge prevede che il riconoscimento e la supervisione del rilascio della eID sia responsabilità di un’apposita commissione federale. La società emittente dovrebbe essere invece Swiss Sign Group, un consorzio che riunisce la Posta, le Ferrovie federali, Swisscom, Six (la società di servizi finanziari che gestisce la Borsa di Zurigo), le grandi banche e le assicurazioni.
I promotori del referendum -sul quale gli svizzeri voteranno il 7 marzo- contestano il fatto che per avere un’identità digitale occorra passare attraverso operatori privati. Aziende come banche e compagnie assicurative prenderebbero il posto degli uffici passaporti e gestirebbero dati sensibili dei cittadini, sostiene l’alleanza guidata dall’ong ‘Digitale Gesellschaft’ (Società digitale) e da ‘Public Beta’, con il sostegno dell’Associazione svizzera degli anziani.
In base alla Legge, i dati vanno memorizzati in Svizzera e possono essere trasmessi soltanto col consenso esplicito della persona che usa l’Ie. I fornitori possono usarli esclusivamente per l’identificazione. È vietato impiegarli ad altro scopo o trasferirli a terzi, inclusi i servizi online.
Nel lanciare la campagna a favore della legge, la ministra di giustizia e polizia Keller-Sutter ha ricordato che l’Ie non sarà obbligatoria. Ritiene nondimeno che offra molti vantaggi, considerato che molte transazioni si svolgono in Internet. Grazie a un’identificazione elettronica riconosciuta e controllata, si potrà usufruire via web di offerte per le quali oggi è necessario presentarsi di persona, come aprire un conto bancario o richiedere l’estratto del casellario giudiziale.
Alle perplessità del comitato referendario, la consigliera federale risponde che l’Ie non è l’equivalente di un documento d’identità ma solo un “login qualificato” e che lo Stato manterrà i propri compiti sovrani poiché controlla e conferma, per mezzo dei propri registri, l’identità delle singole persone. Ad essere affidata a fornitori, riconosciuti e controllati dalle autorità, è l’attuazione tecnica. Chi desidera un’Ie potrà scegliere il fornitore, sia esso un’impresa, un Cantone o un comune.
Spetterà alla Commissione federale delle Ie (COMIe) riconoscere chi di essi soddisfa i requisiti tecnici e rispetta le condizioni legali. Lo Stato può rilasciare una propria identificazione elettronica nel caso nessuno dei fornitori soddisfi le condizioni relative alla sicurezza e alla protezione dei dati. La legge sull’Ie, annota infine Keller-Sutter, è più severa rispetto alla sola Legge federale sulla protezione dei dati.
tvsvizzera.it/ATS/ri con RSI (TG del 14.01.2021)
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