Una copresidenza per il Partito socialista
Da sabato, il Partito socialista svizzero (PS) ha una copresidenza. I delegati, collegati via web con la fiera di Basilea, hanno eletto a larga maggioranza la zurighese Mattea Meyer e l'argoviese Cédric Wermuth, entrambi consiglieri nazionali (deputati alla camera bassa del Parlamento svizzero). Con essi, il partito si sposta in maniera pronunciata verso sinistra.
I neo-presidenti subentrano al friburghese Christian Levrat, consigliere agli Stati (deputato alla camera alta) che ha guidato la formazione politica per oltre 12 anni. Al duo argoviese-zurighese sono andate 538 su 561 preferenze, contro le sole 23 raccolte dall’outsider Martin Schwab.
Il congresso, già rinviato causa Covid, si sarebbe dovuto tenere in presenza a Basilea ma il repentino aumento dei contagi in Svizzera ha spinto il partito, giovedì, a ripiegare su Internet. Lo sdoppiamento della carica è stato reso possibile da una modifica degli statuti, approvata prima dell’elezione.
Meyer -32 anni e madre di una bambina- è consigliera nazionale dal 2015. È la seconda donna ad assumere la presidenza e la più giovane in assoluto. Wermuth -34 anni, origini italiane e padre di due figlie- è in Parlamento al 2011. Entrambi hanno iniziato a fare politica molto presto e hanno presieduto la Gioventù socialista
Meyer e Wermuth rappresentano l’ala sinistra del partito. Accanto ai classici obiettivi cari al PS, il duo è favorevole alla concessione della cittadinanza secondo lo ‘ius soli’ (oggi in Svizzera vige invece lo ‘ius sanguinis’, dunque la nazionalità per discendenza e non per nascita). I neo-presidenti vorrebbero inoltre tassare maggiormente il capitale, sgravando i salari e introducendo un’aliquota minima a livello nazionale per gli utili delle imprese.
Raccomandazioni di voto
Nella stessa giornata di sabato, i delegati del PS hanno raccomandato all’unanimità di accettare l’iniziativa popolare ‘Per imprese responsabili’, sulla quale si voterà il prossimo 29 novembre e che vuole istituire l’obbligo per le multinazionali con sede in Svizzera a rispettare elevati standard ambientali e i diritti umani anche nelle loro attività all’estero.
Per 324 voti a 4, i delegati hanno pure invitato a votare a favore, sempre il 29 novembre, dell’iniziativa che chiede di vietare alla Banca nazionale svizzera, alle casse pensione e alle fondazioni di investire in aziende che producono materiale bellico.
È stata infine adottata una risoluzione per invitare la Confederazione e i Cantoni a dotarsi di un sistema che consenta il voto elettronico agli svizzeri espatriati, affinché esso sia operativo per le elezioni federali del 2023.
tvsvizzera.it/ATS/ri con RSI (TG del 17.10.2020)
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