Il vil denaro fa naufragare il reddito di cittadinanza
Il comune zurighese di Rheinau avrebbe voluto introdurre a titolo sperimentale il reddito di base. La raccolta fondi non ha però avuto successo.
Per dare il via all’esperimento – approvato dalla maggioranza dei cittadini del comune zurighese – sarebbero stati necessari 6,1 milioni di franchi. Il ‘crowdfunding’ organizzato per finanziare l’introduzione di questa misura è però stato un fallimento: al 4 dicembre – data limite fissata per la raccolta fondi – sono infatti stati racimolati appena 150’000 franchi.
“Eravamo consapevoli che sarebbe stato molto difficile raccogliere questa somma in così poco tempo. Era un progetto molto audace”, ha reagito la promotrice dell’iniziativa, la regista Rebecca Panian.
Per il ‘crowdfunding’ sono stati utilizzati diversi canali di comunicazione. Sono stati contattati dei filantropi, delle aziende, delle fondazioni e addirittura i patron di Facebook Mark Zuckerberg e di Tesla Elon Musk. Tutti questi sforzi sono però stati vani.
Fino a 2’500 franchi
Il progetto avrebbe dovuto iniziare in gennaio: i 770 abitanti di Rheinau annunciatisi volontari (su 1’300) avrebbero dovuto ricevere un importo mensile compreso tra 625 per i più giovani e 2’500 franchi per le persone di più di 25 anni. I partecipanti con un salario o delle prestazioni sociali superiori a 2’500 franchi avrebbero dal canto loro dovuto rimborsare il reddito di base. “Finanziariamente non ne avrebbero approfittato tutti – spiega la promotrice dell’iniziativa. Hanno partecipato poiché si sentono parte di una comunità”.
Rebecca Panian ha deciso di lanciare questo progetto dopo la votazione sull’iniziativa federale per un reddito di base incondizionato, respinta massicciamente dai votanti nel 2016.
La regista ha così lanciato un appello ai comuni. Un centinaio hanno manifestato il loro interesse e la scelta è caduta su Rheinau, poiché è una sorta di “mini Svizzera”, ha spiegato Rebecca Panian.
La regista aveva previsto di girare un film sul progetto. Inoltre, un’équipe scientifica avrebbe dovuto osservare i cambiamenti nel comune, l’impatto sulle famiglie e sul potere d’acquisto.
Quella che alcuni definiscono un’utopia, a qualcosa è però servita: “Nel villaggio qualcosa si è mosso”, afferma Rebecca Panian. Un’abitante dice ad esempio che la discussione sul reddito di base le ha dato il coraggio di avviare un’attività in proprio. Un’altra afferma di avere iniziato a parlare con persone con cui non aveva mai discusso prima. Altri hanno ideato un volantino per animare ancora di più il dibattito.
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Progetti all’estero
Per Rebecca Panian, la Svizzera non era ancora pronta per un simile progetto. I fautori elvetici del reddito di base dovranno quindi continuare ad osservare ciò che accade all’estero.
In Italia il reddito di cittadinanza è ancora in fasce. In altri paesi sono invece già stati lanciati dei progetti pilota. Ognuno dei quali ha obiettivi e modalità diverse, spiega Enno Schmidt, artista e co-promotore dell’iniziativa popolare per un reddito di base incondizionato.
Negli ultimi anni, Schmidt ha girato il mondo per diffondere questa idea e per conoscere e sostenere nuovi progetti.
Attualmente uno dei più importanti è in corso in Kenya. In 124 villaggi, l’organizzazione umanitaria GiveDirectly versa a tutti gli abitanti l’equivalente di 22 dollari al mese, senza condizioni, per 12 anni. La somma totale ammonta a 30 milioni di dollari, 26 dei quali garantiti da donazioni. L’obiettivo è di combattere efficacemente la povertà assoluta.
In Finlandia l’intenzione era diversa. Con il reddito di base per i disoccupati di lungo corso, il Governo di centro destra voleva risparmiare sui costi sociali. Il progetto, destinato a 2’000 disoccupati, si concluderà a fine anno e i risultati saranno analizzati nel 2019.
L’attuazione non è però funzionata bene in tutto il paese. Inoltre, la durata del progetto è troppo corta per potere acquisire conoscenze sufficienti al fine di valutare l’impatto del reddito di base, ha criticato un responsabile delle assicurazioni sociali.
In questa animazione prodotta in occasione della votazione di due anni fa, i pro e i contro del reddito di base:
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