Blocher chiede 2,7 milioni di arretrati da ex ministro
Sta facendo discutere in Svizzera la richiesta del leader storico dell'Unione democratica di centro (destra) degli arretrati del suo vitalizio in qualità di ex ministro federale.
L’imprenditore, già proprietario della EMS Chemie Holding, che nel 2007 aveva rinunciato alla rendita come ex consigliere federale, ha affermato alla stampa che ogni ministro ha diritto a un compenso una volta terminata la sua attività in governo. Secondo indiscrezioni di stampa la somma ammonterebbe a 2,7 milioni di franchi (2,54 milioni di euro).
Da parte sua il Consiglio federale ha dato seguito alla richiesta del politico democentrista nel corso della sua seduta di mercoledì scorso e il dossier è ora la vaglio dei servizi parlamentari (Delegazione finanze). Per Berna la questione non è regolata da leggi o ordinanze e a questo scopo ha incaricato Cancelleria federale e Dipartimento di giustizia e polizia di definire le modalità affinché in futuro non possa essere versata retroattivamente una rendita di questo genere.
Il servizio del TG:
Entrato in governo nel 2003 sulla scia dei successi del suo partito, l’ex responsabile del Dipartimento di giustizia e polizia non era stato rieletto a sorpresa dall’Assemblea federale nel dicembre 2007 per un secondo mandato. Al suo posto i parlamentari designarono la collega di partito “dissidente” Eveline Widmer-Schlumpf che subito dopo fondò il Partito borghese democratico.
Secondo le disposizioni vigenti un ministro deve restare in carica per una legislatura per avere diritto a una rendita piena, pari al 50% della remunerazione percepita da ministro. In ogni caso gli ex consiglieri federali non possono guadagnare di più dei colleghi in carica: la cifra eccedente va infatti restituita alla Confederazione.
All’indomani della sua mancata rielezione, il politico 79enne riteneva che non avrebbe avuto diritto alla rendita da ex ministro poiché l’insieme delle sue entrate eccedeva il limite legale. Non si è quindi trattato di una rinuncia spontanea, anche perché a suo tempo Christoph Blocher aveva avuto modo di affermare che ci avrebbe pensato bene prima di fare un regalo allo Stato. Piuttosto, aveva dichiarato, avrebbe dato quei soldi a qualcuno di cui sapeva l’uso che ne avrebbe fatto.
Nelle scorse settimane le cronache si erano occupate di nuovo di questo caso del tutto inedito nel panorama politico elvetico. Il gruppo alle Camere Udc si è infatti vanamente opposto all’elezione del procuratore basilese Alberto Fabbri al Tribunale penale federale di Bellinzona a causa del suo presunto coinvolgimento nella “congiura” che aveva portato all’esclusione di Christoph Blocher in Consiglio federale (affare Roschacher).
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