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Coronavirus, allarme rientrato in Svizzera

Tre persone sedute a un tavolo di conferenza stampa; alle loro spalle illustrazione di un globo terrestre
Gli esperti dell'UFSP hanno fatto il "punto" sul nuovo coronavirus, martedì di fronte alla stampa a Berna. Keystone / Anthony Anex

In Svizzera, non è stato constatato finora alcun contagio da coronavirus 2019-nCoV. Lo ha confermato martedì l'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP). Le due persone rientrate da poco dalla Cina che presentavano sintomi sospetti, ha indicato in una nota l'ospedale Triemli di Zurigo, sono risultate negative ai test e stanno bene. Intanto, nel Paese d'origine dell'epidemia, i casi accertati di contagio sono quasi raddoppiati in 24 ore e si registrano 26 nuovi decessi.

Il Centro nazionale di riferimento per le infezioni virali emergenti (CRIVE) di Ginevra ha analizzato non soltanto i campioni dei due pazienti che erano stati posti in quarantena a Zurigo, ma anche quelli di diversi altri individui che presentavano sintomi sospetti. Tutti sono risultati negativi, ha precisato il responsabile della divisione malattie trasmissibili all’UFSPCollegamento esterno, Daniel Koch.

A livello internazionale, tuttavia, la diffusione del coronavirus accelera: la Commissione sanitaria nazionale cinese ha reso noto martedì che i casi accertati sono saliti a 4’515 unità, contro le 2’744 del giorno precedente, e confermato i 26 nuovi decessi già riferiti dalla Commissione sanitaria di Wuhan, portando il totale a 106.

L’aggiornamento quotidiano della commissione parla anche di quasi 7’000 casi sospetti in attesa di conferma.

Nessuno è al riparo

Le notizie sono insomma in costante evoluzione e occorre attendersi altri casi in Europa, ha avvertito il capo della sezione gestione crisi e collaborazione internazionale dell’UFSP, Patrick Mathys. A suo avviso, non è escluso che anche la Svizzera possa essere toccata dal virus prima o poi, ma il Paese ha tutti gli strumenti per affrontare una eventuale crisi. 

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Una ‘hotline’ sarà aperta nei prossimi giorni per soddisfare le richieste di informazioni da parte della popolazione.

Tra i 37 casi di coronavirus 2019-nCosv registrati fuori dalla Cina, 3 sono stati rilevati senza la comparsa di sintomi, mentre dei 34 restanti pazienti, si ha il dato sui sintomi per 28. Lo segnala l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), nel suo ultimo aggiornamento. Attualmente il periodo stimato di incubazione del virus varia tra i 2 e 10 giorni.

Contagi all’estero

Sempre martedì, si è appreso che il primo paziente colpito da coronavirus 2019-nCoV in Germania, un imprenditore, è stato contagiato dal contatto con un’ospite cinese ricevuta in azienda.

La donna si trovava in Baviera proveniente dalla Cina. Sarebbe il secondo caso al mondo di trasmissione del virus fuori dal Paese del focolaio d’origine, dopo quello in Vietnam, e anche in questo caso la donna che ha veicolato il virus non presentava sintomi della malattia.

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I cittadini cinesi sono stati intanto invitati a evitare i viaggi all’estero per garantire “salute e sicurezza” di connazionali e stranieri: secondo la National Immigration Administration, contenere i movimenti trans-frontalieri può aiutare a prevenire e controllare la diffusione della polmonite causata dal coronavirus. La nota dell’autorità chiede di “spostare i viaggi all’estero non necessari”.

In Cina, è stato inoltre deciso il rinvio sine die dell’inizio del secondo semestre di scuole e università.

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