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Le stazioni sciistiche chiedono chiarezza

Un impianto di risalita in una bella giornata di sole.
Settimana prossima verrà presentato il piano di protezione per gli impianti di risalita. Keystone / Marcel Bieri

Permangono incognite importanti sulla gestione della stagione invernale. Come affrontare le tante incognite della prossima stagione turistica invernale? A chiedere indicazioni più precise sono soprattutto i direttori degli impianti sciistici svizzeri, che hanno anche costituito un comitato apartitico, sostenuto dal consigliere federale Guy Parmelin. L'obiettivo è chiaro: cercare di salvare la stagione che sta per cominciare.

L’iniziativa lanciata sabato si chiama “Svizzera scia!”, e a promuoverla, oltre alle stazioni sciistiche, sono anche politici di vari cantoni e imprenditori.

Ma se come detto il ministro dell’economia si dice felice di sostenere l’iniziativa, il responsabile della sanità Alain Berset è invece molto più cauto: “Non ne siamo a conoscenza”, ha dichiarato, aggiungere di essere a favore di un approccio coordinato con gli altri Paesi alpini, questo anche alla luce del caso Ischgl, la località sciistica dove la scorsa si è sviluppato un grande focolaio di nuovo coronavirus.

In ogni caso, la prossima settimana verrà presentato il piano di protezione per gli impianti di risalita.

“Un segnale alla classe politica”

“L’iniziativa è stata lanciata per dare un segnale alla classe politica, alle istituzioni”, ci spiega Mauro Pini, direttore della Valbianca SA, la società che gestisce gli impianti ticinesi di Airolo-Pesciüm, “per non sottovalutare l’importanza del turismo invernale”. La situazione attuale, continua Pini, “permette già ora di sapere che apriremo, anche se molte cose dipenderanno dall’evoluzione della pandemia”.

Alcuni punti, prosegue Pini, sono già certi: “Ci vorrà la mascherina, bisognerà implementare la vendita online; bisognerà ottimizzare i flussi della clientela”.

A preoccupare Pini, come altri operatori del settore, è la gestione dei ristoranti: “Non tanto quindi la gestione degli sciatori sulle piste, ma il flusso dal parcheggio, alla cassa, alla risalita fino al pranzo”.

Non ci sono direttive chiare ed è immaginabile, prosegue il direttore della Valbianca SA, “che la responsabilità sarà demandata ai cantoni”.

Il servizio del telegiornale:

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tvsvizzera.it/fra con RSI

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