Il partito dei Verdi vuole un’economia sostenibile, che preservi e promuova le risorse naturali a disposizione. Da qui l’iniziativa “Per un’economia verde”, sostenuta anche dai socialisti e sulla quale voteremo il prossimo 25 di settembre.
L’economia deve produrre in maniera più verde e lo deve fare entro il 2050. Solo così si riuscirà a frenare lo spreco di energia e la distruzione degli spazi naturali.
È la convinzione dei promotori dell’iniziativa “Per un’economia verde”, che però Economiesuisse, l’organizzazione mantello delle imprese svizzere, non condivide.
Il Consiglio Federale ha riconosciuto la necessità di intervento manifestata dagli iniziativisti. Ma non il Parlamento, che ha respinto un controprogetto che proponeva due misure per attuare l’iniziativa: migliorare il riciclaggio, della plastica o dei prodotti di costruzione, e introdurre regole di importazione più severe.
Produrre meglio, per i promotori, significa anche mettere sul mercato apparecchi che possano essere riparati invece che buttati. “Nella Svizzera tedesca ci sono più di 25 ‘repair café’: gruppi di cittadini che si incontrano per riparare apparecchi rotti”, spiega la direttrice della Fondazione per la protezione dei consumatori, Sara Stalder. “Ci si dà una mano e non si paga nulla. Ma vi sono prodotti pensati per non essere riparati, come ad esempio il 40% degli apparecchi elettrici”.
Produrre meglio, non consumare meno. Il prossimo 25 settembre sapremo se il popolo svizzero è d’accordo con questo motto.
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