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Banche svizzere e fisco USA, vertenza chiusa

ll Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti (DoJ) ha ufficialmente messo fine al programma di regolarizzazione delle banche svizzere implicate nella vertenza fiscale.

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Nel corso del mese di dicembre, si legge in un comunicato diramato giovedì dal DoJ, è stato trovato un accordo con gli ultimi istituti della categoria 3, ovvero quelli che ritengono di non aver violato il diritto fiscale americano.

Lo scorso gennaio, erano state evase le società di categoria 2 (che riconoscono di avere clienti che hanno frodato il fisco USA). Il DoJ ha sottoscritto accordi con 80 di esse, incassando 1,36 miliardi di dollari.

La categoria 1 comprende invece gli istituti già sotto indagine penale, e che per questo non potevano partecipare al programma di regolarizzazione presentato nell’agosto del 2013. In questo segmento, figuravano all’inizio 13 banche.

Alcune di esse hanno già regolato il loro contenzioso: Credit Suisse, ad esempio, ha pagato 2,6 miliardi di dollari nel 2014; Julius Bär ha staccato all’inizio di quest’anno un assegno da 547 milioni; UBS aveva regolato la pendenza anni fa. Per altre, come le banche cantonali di Zurigo e Basilea, non è ancora giunto il verdetto.

La vertenza fiscale con gli USA ha lasciato il segno anche sulla piazza finanziaria del canton Ticino. Qui, la multa più salata è stata pagata da BSI: 211 milioni. BancaStato ne ha pagati 3,4.

Chiuso il fronte a stelle e strisce, se ne potrebbero però aprire altri. Francia e Germania stanno già facendo pressione.

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