Prorogate le misure almeno fino alla fine di febbraio
L'obbligo del telelavoro e della quarantena dei contatti - quest'ultima ridotta a cinque giorni da giovedì scorso - verrà prolungato fino a fine febbraio. Le altre misure adottate già il 17 dicembre - in particolare "2G" e "2G+" negli spazi interni e limiti negli incontri privati - sono invece prorogate fino a fine marzo.
Sono le decisioni che ha preso il Consiglio federale nella sua seduta settimanale del mercoledì. E questo seguendo le indicazioni giunte dalla consultazione con i cantoni e gli ambienti interessati.
La situazione negli ospedali rimane tesa. Il numero di infezioni ha toccato un livello mai visto (oltre 38’000), ha ricordato il consigliere federale Alain Berset nel corso di una conferenza stampa a Berna.
Tuttavia il numero di malati da coronavirus nelle unità di terapia intensiva è diminuito, ha aggiunto: oggi mercoledì ce ne sono 247, rispetto ai 325 di tre settimane prima. Il ministro della sanità ha anche affermato che forse la Svizzera si trova alla vigilia di una grande transizione, ossia da una fase pandemica a una fase endemica del virus.
Proroga differenziata
Dopo la consultazione con tutte le parti interessate, il Governo federale ha dunque deciso una proroga differenziata delle misure: le disposizioni riguardanti l’obbligo del telelavoro e della quarantena dei contatti verranno prolungate fino a fine febbraio. È inoltre esentato dalla quarantena dei contatti chi si è fatto vaccinare o è guarito dal Covid-19 negli ultimi quattro mesi.
Quanto agli altri provvedimenti – ossia la regola del “2G” (vaccinati o guariti) e “2G+” (vaccinati o guariti e testati) e l’obbligo delle mascherine negli spazi chiusi, “3G” (vaccinati, guariti o testati) per gli eventi all’esterno – essi sono prolungati sino a fine marzo.
Il Consiglio federale valuterà costantemente la situazione e in particolare se lo sviluppo della pandemia consentirà una revoca anticipata delle misure, ha precisato Berset.
Durata di tutti i pass a 9 mesi
Il Governo ha inoltre deciso che, a partire dal 31 gennaio, il periodo di validità di tutti i certificati Covid verrà ridotto da 365 e 270 giorni, ovvero a 9 mesi. In questo modo si garantisce che il certificato di vaccinazione e quello di coloro che sono guariti dal coronavirus sia riconosciuto anche dall’Ue, ha sottolineato il “ministro” della salute pubblica Alain Berset.
Entrare in Svizzera
Per quanto poi riguarda gli ingressi in Svizzera, a partire da sabato prossimo le persone vaccinate o guarite non dovranno più produrre il risultato negativo di un test PCR o antigenico rapido. Per i non vaccinati e i non guariti il regime di test non subisce invece mutamenti: per costoro, alla luce delle ridotte capacità di effettuazione dei test, si rinuncia invece all’obbligo di un secondo test cui sottoporsi da 4 a 7 giorni dopo l’entrata in territorio elvetico.
Nessun inasprimento
In seguito alla consultazione, il Consiglio federale rinuncia a ulteriori adeguamenti, per esempio a modifiche delle regole di isolamento, a un inasprimento dell’obbligo della mascherina o al divieto di insegnamento in presenza nelle scuole universitarie. Rinuncia inoltre a inasprire le regole in vigore a livello nazionale per le grandi manifestazioni, quali l’obbligo di stare seduti durante la consumazione o la limitazione della capienza, come richiesto da diversi Cantoni.
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