Pressioni UE su Berna, “Firmate l’accordo quadro”
Gli Stati dell’Unione europea hanno esortato il governo elvetico a sostenere l’accordo istituzionale negoziato con Bruxelles negli scorsi mesi e a trasmetterlo alle Camere in primavera, al termine della fase di consultazione decisa dallo stesso Consiglio federale.
L’invito è contenuto nel bilancio effettuato ogni due anni sullo stato delle relazioni con i quattro paesi superstiti dell’Associazione europea di libero scambio (Aels) – vale a dire Svizzera, Norvegia, Islanda Liechtenstein – nel quale i Ventotto esprimono “molto rammarico” per il fatto che Berna non abbia voluto approvare l’intesa già a dicembre.
L’adesione elvetica al testo, viene precisato dai partner europei, è “la condizione affinché l’UE sottoscriva accordi futuri con la Svizzera” che assicurino l’accesso al mercato unico. In questo senso i paesi membri hanno ribadito le dichiarazioni di dicembre del commissario europeo Johannes Hahn secondo cui gli accordi esistenti tra Ue e Svizzera non potranno più essere aggiornati in assenza dell’accordo istituzionale.
In particolare, nel documento viene criticata l’applicazione delle disposizioni europee sulla libera circolazione, in particolare di quelle sui lavoratori distaccati, da parte di Berna e si chiede la revoca o l’adeguamento delle misure d’accompagnamento riguardanti le imprese europee attive nella Confederazione, così come un migliore accesso al mercato elvetico per i prodotti agricoli e i servizi.
La Svizzera viene invece promossa in merito all’applicazione “compatibile con i diritti dei cittadini dell’UE” dell’iniziativa contro l’immigrazione di massa e per il miliardo di coesione elargito da Berna (ma ancora pendente in parlamento) in favore dell’integrazione dei paesi dell’Est. Analoga soddisfazione viene espressa riguardo alla collaborazione in tema di immigrazione.
Il documento dovrebbe essere approvato dai diplomatici dei paesi membri mercoledì, prima dell’adozione da parte dei ministri UE prevista per martedì prossimo. Da parte svizzera restano invece estese opposizioni all’intesa, sia a destra che a sinistra del panorama politico interno.
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